Città di Vicenza

01/04/2010

Citylights indaga origine e significati di “Ceste”. Recentemente sdoganata anche dal sindaco, l’espressione vicentina è avvolta nel mistero

“Ceste, è andata così”. Sono le parole con cui il sindaco di Vicenza, Achille Variati, ha nei giorni scorsi commentato l’esito delle elezioni regionali. E proprio alla parola “ceste”, tutta vicentina eppure misteriosissima nella sua origine, è dedicato il numero di aprile di Citylights, mensile culturale del Comune di Vicenza, in distribuzione gratuita da oggi. Con tanto di raffigurazione in copertina, che richiama un celebre quadro di Magritte per mostrare una pioggia di ceste (di vimini, in questo caso) sulla facciata rigorosa del palladiano palazzo Chiericati, sede della Pinacoteca cittadina.

Sdoganata finalmente dal sindaco, esplosa meno di 30 anni fa nel linguaggio giovanile, l’espressione “ceste” (con la sua pluralità di significati, da “pazienza” a “non importa” a “non mi va” a “lasciamo perdere”, ecc.) resta perlopiù appannaggio delle generazioni comprese tra i 20 e i 45 anni. Meno usata dai giovanissimi, è un fenomeno tutto vicentino.

“Un enigma – scrive l’articolo principale della rivista – alla cui soluzione nessuno è mai arrivato; scienziati, studiosi, giornalisti non hanno saputo dare indicazione alcuna. Il ‘ceste’, come la vita, nessuno sa da dove viene e dove va. Il campo è totalmente vergine. Né libri, né articoli. Praticamente nessuna fonte su internet. Eppure pare impossibile. È in assoluto una delle parole più usate dalla gioventù vicentina, e non solo dalla gioventù. Di più, è una parola di vitale importanza nell’economia di una giornata, è una parola dirimente: quando hai detto “ceste” c’è poco altro da dire”.

Sempre nel numero di aprile, Citylights propone la prima puntata di una ricostruzione degli efferati fatti di sangue che colpirono Vicenza nei primissimi anni ’80 per mano di Ludwig, spietata coppia di serial killer. Ancora, un articolo sull’evoluzione dei videogame bellici, fino alle versioni anti-occidentali e in particolare antisioniste divenute di recente popolari nel mondo islamico. E un pezzo sulla “maledizione gialloblu” che sembra tormentare, da alcuni anni, il vicentino d’adozione Mimmo Di Carlo.

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