Città di Vicenza

11/01/2010

La banca in piazza Matteotti si farà, lo ha deciso il commissario ad acta. L’assessore Cangini: “Inappropriate certe critiche degli ultimi mesi, la decisione conferma l’indirizzo della giunta”

La banca in piazza Matteotti si farà. Lo ha deciso il commissario ad acta nominato dalla Regione, il quale ha così vanificato il passaggio in giunta previsto per questa mattina della nuova delibera che l’assessore all’edilizia privata, Pierangelo Cangini, avrebbe poi sottoposto al Consiglio comunale nella prima seduta del nuovo anno.

Stamane, infatti, gli uffici hanno trovato il fax della direzione urbanistica della Regione con cui il commissario ad acta comunicava non solo la modifica della destinazione d’uso dell’immobile di piazza Matteotti 33 da attività di carattere commerciale ad attività direzionale, ma anche il permesso di costruire alla ditta Vivara Srl.

“Avrei preferito che si pronunciasse il Consiglio comunale – dichiara Cangini - e si tratta purtroppo di un’amara lezione sia all’opposizione che alla stessa maggioranza, dato che la decisione del commissario finisce per esautorare il Consiglio e confermare la linea proposta dalla giunta. Dal punto di vista tecnico, infatti, non era possibile portare in consiglio una delibera di diniego ad aprire degli sportelli bancari: per farlo ci vogliono delle motivazioni che abbiano fondamento giuridico, altrimenti il provvedimento può essere impugnato”.

Il “pasticcio politico” - come non esista a definirlo Cangini - era nato alcuni mesi fa, quando l’assessore si vide costretto a ritirare la delibera dall’ordine del giorno del Consiglio per il clima politico riscontrato trasversalmente fra i consiglieri: “In quella sede – ricorda Cangini - erano state tirate in ballo questioni, come i parcheggi sotterranei, o addirittura fatte insinuazioni, come il presunto mancato interesse pubblico legato all’ipotesi che si potesse ‘chiedere di più ai privati’.  Alcune di queste questioni, come quella dei parcheggi, erano state autorizzate con provvedimenti diversi e che quindi nulla avevano a che fare con la delibera portata in Consiglio, in cui si chiedeva soltanto il cambio di destinazione d’uso da grandi magazzini a banca, così come del resto richiede il piano particolareggiato del centro storico. Invece si sono volute confondere le acque, creando un pasticcio politico che ha protratto inutilmente i tempi”.

Il privato, quindi, non ottenendo risposte dal Comune, è ricorso al Tar, il quale, il 7 dicembre, ha notificato a palazzo Trissino la sentenza secondo la quale entro 30 giorni il Consiglio comunale avrebbe dovuto esprimersi, pena la nomina del commissario ad acta. La pausa natalizia non ha consentito di convocare una seduta consiliare ad hoc entro i tempi previsti, e, nonostante una lettera al commissario in cui il Comune annunciava che la delibera sarebbe stata approvata nella prima seduta consiliare del 2010, allo scadere dei 30 giorni, cioè l’8 gennaio, il commissario non solo si è sostituito al Consiglio comunale nel decidere il cambiamento in direzionale della destinazione d’uso dei locali, ma ha anche rilasciato il permesso di costruire: “Come del resto è nelle sue facoltà”, aggiunge Cangini.

“Tuttavia il commissario non ha tenuto conto dell’abuso edilizio esistente che avevamo peraltro segnalato – precisa l’assessore -. Per cui il Comune procederà comunque alla sanzione di 516 euro ai danni della ditta Vivara srl, perché le opere sono state fatte in difformità prima ancora di avere un’eventuale consenso del Consiglio comunale. Inoltre, trattandosi di un abuso in centro storico, abbiamo dovuto segnalarlo alla Soprintendenza che ha tempo fino al 9 marzo per esprimersi”.

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