Città di Vicenza

08/11/2009

La Marcia della pace a Vicenza. Variati: "Un campus internazionale al posto del Dal Molin, sogno per le generazioni che verranno"

"Ho un grande sogno da condividere con voi: un immenso campus internazionale al posto del Dal Molin, un luogo dove possano crescere assieme giovani di tutto il mondo, uniti dalla pace e dalla fratellanza, al posto delle armi e delle divise militari. Non so se quelli della mia generazione faranno in tempo a vederlo, ma ho la netta sensazione che potrà essere una gioia riservata a quanti arriveranno dopo di noi".

Lo ha detto oggi il sindaco di Vicenza, Achille Variati, incontrando a palazzo Trissino la delegazione della Marcia della Pace, che ha fatto tappa in città. Un messaggio intriso non solo di passione, ma anche delle sofferte consapevolezze maturate in un’annosa convivenza con la questione Dal Molin. Vicenda che, come ha spiegato Variati, "tirando la città per i capelli dentro le contraddizioni della Storia, ha sortito comunque l’effetto di risvegliare Vicenza dal un certo qual torpore, ideale e intellettuale, provato negli anni precedenti".

Vicenza Città della Pace, civilmente contrapposta alla nuova installazione militare americana, è diventata un simbolo così vivo e catalizzante da attrarre inevitabilmente la Marcia della Pace partita dalla Nuova Zelanda il 2 ottobre e destinata a concludersi il prossimo 2 gennaio, dopo avere attraversato 160 frontiere nazionali. "E’ un cammino ideato contro ogni tipo di violenza, non solo quella delle armi" ha spiegato uno degli organizzatori presenti a palazzo Trissino, l’inglese Tony Robinson. Che ha aggiunto: "Valga come esempio la violenza di un’economia planetaria che concorre a isolare nella fame e nell’indigenza l’80% della popolazione mondiale".

I rappresentanti dei marciatori hanno consegnato al sindaco la Carta per un Mondo senza più violenze firmata da vari Nobel per la Pace.

Lo ha detto oggi il sindaco di Vicenza, Achille Variati, incontrando a palazzo Trissino la delegazione della Marcia della Pace, che ha fatto tappa in città. Un messaggio intriso non solo di passione, ma anche delle sofferte consapevolezze maturate in un’annosa convivenza con la questione Dal Molin. Vicenda che, come ha spiegato Variati, "tirando la città per i capelli dentro le contraddizioni della Storia, ha sortito comunque l’effetto di risvegliare Vicenza dal un certo qual torpore, ideale e intellettuale, provato negli anni precedenti".

Vicenza Città della Pace, civilmente contrapposta alla nuova installazione militare americana, è diventata un simbolo così vivo e catalizzante da attrarre inevitabilmente la Marcia della Pace partita dalla Nuova Zelanda il 2 ottobre e destinata a concludersi il prossimo 2 gennaio, dopo avere attraversato 160 frontiere nazionali. "E’ un cammino ideato contro ogni tipo di violenza, non solo quella delle armi" ha spiegato uno degli organizzatori presenti a palazzo Trissino, l’inglese Tony Robinson. Che ha aggiunto: "Valga come esempio la violenza di un’economia planetaria che concorre a isolare nella fame e nell’indigenza l’80% della popolazione mondiale".

I rappresentanti dei marciatori hanno consegnato al sindaco la Carta per un Mondo senza più violenze firmata da vari Nobel per la Pace.

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