Città di Vicenza

05/11/2009

Intitolazione di una via cittadina ad Agostino Bottazzi

Dopo l’intitolazione di una via allo scienziato e filosofo Silvio Ceccato, questa mattina il vicesindaco e presidente della commissione toponomastica Alessandra Moretti ha ricordato Agostino Bottazzi, pittore e patriota, nato a Vicenza nel 1822, attribuendo il suo nome ad una via in zona Vicenza est. Alla cerimonia è intervenuto anche Umberto Rizzo, pronipote di Bottazzi.
“Ricordiamo oggi un uomo dotato non solo di talento artistico, - commenta il vicesindaco Moretti - ma anche di coraggio e valori etici. Uno spirito libero, un uomo votato all’avventura intesa nel suo senso più alto, di esplorazione e superamento dei confini imposti dalle convenzioni."
Bottazzi è noto per aver partecipato attivamente alle vicende risorgimentali, combattendo sulle barricate e alla difesa di Monte Berico, e per i suoi dipinti, alcuni dei quali sono conservati in città. L’inizio della sua attività, dopo la frequentazione dell’Accademia delle Belle Arti di Venezia, può essere rappresentato a Vicenza dalla decorazione ad affresco di una delle lunette del Duomo con “Maria che benedice la sottoposta Vicenza, con ai piedi prostrati i due Santi Leonzio e Carpoforo”. Poco prima del suo trasferimento in Brasile, avvenuto nel 1877, completò il fregio sulla facciata di Palazzo Thiene in contrà Porti con la “storia del lavoro”. Si conservano inoltre dipinti con temi religiosi e ritratti per famiglie nobili realizzati ad olio su tela. Alcune sue opere sono raccolte a Palazzo Chiericati: tra queste “Il salvatore delle genti” del 1854 ed il “Ritratto di Giovanni Paolo Bonollo” del 1870. Il Museo del Risorgimento e della Resistenza possiede invece, tra le altre, “Difesa e sgombero della Rocchetta, 24 maggio 1848” del 1855 che divenne soggetto per un francobollo commemorativo del centenario della Prima Guerra d’Indipendenza, emesso da Poste Italiane, e per una cartolina celebrativa edita dal Municipio di Vicenza. La battaglia della polveriera della Rocchetta, lungo l’attuale viale Mazzini, fu uno degli episodi più drammatici dello scontro tra Vicenza e gli austriaci. Al culmine dello battaglia le munizioni conservate nella polveriera furono trasferite in un sotterraneo della Basilica Palladiana, evitando così una pericolosa esplosione.
Sempre al Museo del Risorgimento si trovano un dipinto e un bozzetto raffiguranti la battaglia del 10 giugno a Monte Berico. Al museo di Villa Guiccioli si può ammirare il “Ritratto del colonnello Giacomo Zanellato”.

L’intitolazione è stata decisa dall’amministrazione comunale con delibera del giugno di quest’anno, quando la giunta ha fatto propria la proposta della commissione consultiva per la toponomastica cittadina, insediatisi a fine maggio, e composta dal vicesindaco Alessandra Moretti, con il ruolo di presidente, e dagli esperti Antonio Di Lorenzo, Ludovico Sartor, Stefano Strazzabosco e Lucia Tecchio.
La commissione, che resterà in carica quattro anni, nel sottoporre alla giunta le nuove intitolazioni ha proposto di omaggiare in particolare personaggi meritevoli della comunità vicentina.

Note biografiche
Agostino Bottazzi nacque nel 1822 a Vicenza, nella parrocchia di Santa Caterina, e fu primogenito di nove figli. Frequentò dal 1841 al 1846 l’Accademia delle Belle Arti di Venezia specializzandosi in pittura e materie plastiche ed aggiudicandosi vari premi.
Tornato a Vicenza, si dedicò a opere di soggetto religioso: una pala d’altare per la chiesa di Cresole e  l’affresco con “Maria che benedice la sottoposta Vicenza, con ai piedi prostrati i due Santi Leonzio e Carpoforo” in una delle lunette del Duomo di Vicenza. Eseguì numerosi ritratti tra cui quello della futura moglie del conte Ottaviano Da Porto, deceduta prematuramente. Ricevette poi altre commissioni dai conti Gaetano e Angelo Valmarana. Nel 1848 prese parte attiva alle vicende risorgimentali di Vicenza e fu costretto, a seguito della sconfitta del 10 giugno contro gli Austriaci, a rifugiarsi a Torino, dove realizzò numerose opere tra le quali “Ingresso a Milano dei confederati italiani dopo la battaglia di Legnano” e “Gian Giorgio Trissino che scopre il genio di Palladio”. Si trasferì poi a Genova dove affrescò la Chiesa di Rapallo, poi quella di San Siro.
Rientrato a Vicenza nel 1858, eseguì il ritratto della contessa Salvi di Porta Castello e il ritratto di famiglia di Luigi Santagiuliana. Partecipò all’esposizione di Torino con l’opera “La visita di Dante a Giotto nell’Oratorio degli Scrovegni”. Nel 1864 eseguì una pala d’altare con il Buon Pastore per la chiesa dei frati cappuccini di Trieste.
Nel 1871 partecipò a Vicenza all’Esposizione regionale veneta con “Il sacrificio di Ifigenia”, “La visita di Dante a Giotto nell’Oratorio degli Scrovegni”, “Il ritratto di Giovanni Paolo Bonollo”, “Ritratti di famiglia”, “La Venezia”.
Nel gennaio del 1877, completato il fregio con ”storia del lavoro” sulla facciata di Palazzo Thiene in contrà Porti a Vicenza, si trasferì a Pernambuco, in Brasile, dove morì l’anno successivo di febbre gialla.

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