Città di Vicenza

23/10/2009

Intitolazione di una via cittadina a Silvio Ceccato

Da oggi una via di Vicenza ricorda lo scienziato e filosofo Silvio Ceccato. Questa mattina il sindaco Achille Variati e il vicesindaco e presidente della commissione toponomastica Alessandra Moretti hanno partecipato, alla presenza della vedova e di una nipote di Ceccato, alla cerimonia di intitolazione della strada che si stacca da via Zamenhof, in zona Vicenza est.

L’intitolazione è stata decisa dall’amministrazione comunale con delibera del giugno di quest’anno, quando la giunta ha fatto propria la proposta della commissione consultiva per la toponomastica cittadina.

Si tratta della prima intitolazione dall’insediamento, a fine maggio, della nuova commissione tecnica presieduta dal vicesindaco Alessandra Moretti e composta dagli esperti Antonio Di Lorenzo, Ludovico Sartor, Stefano Strazzabosco e Lucia Tecchio.

La commissione, che resterà in carica quattro anni, nel sottoporre alla giunta le nuove intitolazioni ha proposto di omaggiare in particolare personaggi meritevoli della comunità vicentina. Tra i primi nomi è stato scelto l’illustre padre della cibernetica in Italia, il filosofo e scienziato Silvio Ceccato.

“Silvio Ceccato avrebbe gradito questa strada di confine – ha dichiarato il sindaco Variati -. Lontano dal centro storico, dai palazzi palladiani e dai luoghi della mondanità, e inserita invece in un fitto tessuto di insediamenti industriali, strutture produttive, laboratori della più sofisticata tecnologia, arterie di una circonvallazione che significano simbolicamente viaggio, partenza, avventura, orizzonti”.

Nato a Montecchio Maggiore nel 1914, dopo gli studi liceali, Silvio Ceccato si laurea in lettere e si diploma in violoncello e composizione musicale. Durante gli studi conosce e si appassiona alle teorie degli scienziati che nel mondo cominciano ad occuparsi di cibernetica, iniziando a pubblicare diversi articoli, anche di carattere divulgativo, su questo nuovo modo di intendere il mondo. All’università statale di Milano, dove opera anche il vicentino Mario Dal Pra in un ambiente che nel Dopoguerra è stato una grande fucina per l’elaborazione filosofica, Ceccato diventa libero docente di filosofia teoretica e dirige il Centro di cibernetica e di attività linguistiche. E’ tra i primi, in Italia, ad occuparsi della traduzione automatica dei testi e fonda la Scuola operativa italiana. Studioso della mente, intesa come insieme delle attività che l’uomo svolge per costituire i significati, memorizzarli, esprimerli, ne propone un modello, costruendo nel 1956 Adamo II, un prototipo illustrativo della successione di attività proposte come costitutive dei costrutti mentali da lui chiamati “categorie mentali” in omaggio a Kant.

E’ autore di 21 volumi e centinaia di saggi tra i quali  “Un tecnico tra i filosofi”, “Cibernetica per tutti”, “La mente vista da un cibernetico”, “La terza cibernetica. Per una mente creativa e responsabile”, “Ingegneria della felicità”, “C’era una volta la filosofia”.

Versatile e attirato da esperienze sempre nuove, nel 1988 giunge addirittura a impersonare il folle Cavalier Sanfilippo che si crede Socrate nel film “32 dicembre” di Luciano De Crescenzo.

Muore a Milano nel 1997.

Di lui si legge in Wikipedia, l’enciclopedia sul web così vicina alla sua mente libera: “Contrappose la propria intelligenza e il sorriso di arguta ironia agli atteggiamenti ostili e preoccupati degli ambienti accademici che temevano le conseguenze di una metodologia che permette di distinguere chiaramente tra autorevolezza ed autorità, tra capacità e clientela, tra avere cattedre e avere conoscenze”.

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