Città di Vicenza

09/10/2009

Il movimento dei sindaci per il 20 % dell’Irpef il 21 ottobre ritorna a Roma

I sindaci del movimento per il 20 % dell’Irpef tornano a Roma, molto più arrabbiati e preoccupati di un anno fa. L’adesione dei Comuni vicentini alla manifestazione nazionale organizzata dall’Anci per il 21 ottobre è stata presentata oggi a Palazzo Trissino dal sindaco di Vicenza Achille Variati, dai colleghi Diego Marchioro di Torri di Quartesolo, Piero Menegozzo di Santorso, Giorgio Meneghello di Sarcedo e dall’assessore al bilancio del Comune di Longare, Marcello Verlato.

“Una rappresentanza trasversale – ha chiarito Variati – perché i problemi che denunciamo vanno oltre gli schieramenti politici”.

 “La situazione è grave – ha precisato il sindaco di Vicenza – anzi drammatica, e tutti noi sindaci la stiamo vivendo sulla nostra pelle ora che stiamo cercando di elaborare i bilanci di previsione 2010, con risorse così esigue e tagli così alti che inesorabilmente toccheranno anche i servizi essenziali per i cittadini che finora siamo riusciti a preservare”.

“Non si tratta più solo di patto di stabilità – gli ha fatto eco Diego Marchioro – ma della difficoltà sempre maggiore di far quadrare la parte corrente del bilancio, cioè quella che riguarda i servizi. L’abolizione dell’Ici sulla prima casa ha fatto felici i nostri cittadini, ma la sensazione è che tutti pagheranno questa concessione con gli interessi, vedendosi progressivamente ridotti i servizi che dovrebbero ricevere”.

Non si tratta infatti solo di soldi che rientrano in ritardo e a fatica nelle casse dei Comuni, ma anche di un gettito cristallizzato alla situazione prime case del 2007.

Le richieste dei sindaci sono quelle di un anno fa: il 20 per cento dell’Irpef nella casse dei Comuni dove viene prodotta e un riequilibrio dei trasferimenti nel segno del federalismo fiscale a fronte di una incontrovertibile buona gestione che da anni dimostrano i Comuni del nord.

Con le amministrazioni del Veneto in viaggio per Roma ci saranno anche i primi cittadini di numerosi Comuni del Friuli, del Piemonte, della Lombardia, e della Liguria, fatta eccezione per alcuni enti guidati dalla Lega: “Saremo tutti con la fascia – ha chiosato Variati - che rappresenta la nostra volontà di rispettare le leggi della Repubblica: che lo Stato non ci metta nelle condizioni di dover disubbidire!”.

Il movimento dei sindaci, che l’anno scorso venne ricevuto a fatica dal governo senza che poi ci fosse un seguito concreto alle richieste, conta in un’accoglienza più dignitosa ed efficace e magari anche in un incontro con il presidente della Repubblica, di cui i Comuni sono parte costitutiva.

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