Città di Vicenza

03/07/2009

Intitolazione delle sale di Palazzo Trissino

Un pubblico di familiari, di appassionati delle vicende politiche locali e di amministratori pubblici ha affollato, oggi pomeriggio, la Sala degli Stucchi del Comune, per la cerimonia di intitolazione delle sale comunali e per l’incontro su “Palazzo Trissino nelle vicende politiche dal Dopoguerra a oggi”.

“Con questo gesto – ha detto il sindaco Variati – ricordiamo il servizio generoso di sindaci e consiglieri comunali che hanno tolto molto tempo al loro privato per donarlo al bene collettivo. Ai loro familiari, qui presenti, dico di essere fieri di questi nomi, come lo siamo noi. Io mi inchino davanti al ricordo di questi cittadini illustri il cui unico scopo fu fare del bene alla città. Sono felice che il consiglio comunale all’unanimità abbia approvato questa iniziativa a ricordo di uomini che hanno lasciato un segno nel governo di Vicenza. Ora tocca a noi, nella speranza di esserne all’altezza”.

Dopo il saluto del sindaco, accompagnati dal presidente del consiglio comunale Luigi Poletto che ha ricordato le figure degli otto vicentini ai quali sono state intitolate le sale, gli ospiti hanno preso parte alla cerimonia di intitolazione.

Dopo le intitolazioni, in Sala degli Stucchi, il giornalista Antonio Di Lorenzo ha moderato l’incontro “Palazzo Trissino nelle vicende politiche dal Dopoguerra a oggi”, a cui hanno partecipato Tonino Assirelli, Giuseppe Pupillo, Manuela Dal Lago, Mario Giulianati e Giorgio Sala. E’ stata l’occasione per ripercorrere 50 anni di vita politica cittadina, da quando Faccio si rallegrava del carico di legna giunto dal Trentino per scaldare i Vicentini, come ha ricordato Giorgio Sala, alla visita di Sandro Pertini a Vicenza nel 1975 da Presidente della Camera per le celebrazioni del 25 aprile nei ricordi di Mario Giulianati. Tonino Assirelli ha raccontato l’esilarante aneddoto della pietra che ha sbattuto sui banchi del consiglio per smentire l’assessore del tempo sul tema della demolizione del campo di pallacanestro in Piarda; Manuela Dal Lago ha ricordato che è diventata presidente della commissione bilancio con un vero e proprio blitz, mentre Giuseppe Pupillo ha ripercorso le vicende del PC dei primi anni Ottanta, uscito dalla solidarietà nazionale e alla ricerca di una nuova collocazione politica.

Intitolazioni

L’antisala consiliare è stata intitolata allo statista di caratura internazionale Mariano Rumor (1915-1990). Consigliere comunale a Vicenza, Rumor fu tra i fondatori della Democrazia Cristiana, di cui fu anche segretario nazionale dal 1964 al 1968, e venne eletto deputato all’assemblea costituente. Fu più volte nominato Ministro dell’agricoltura, Ministro dell’Interno e Ministro degli Esteri, nonché Presidente del Consiglio dei Ministri nel difficile periodo della contestazione giovanile e delle lotte operaie.

La “sala Verde”, quella che separa la sala consiliare dall’ufficio della presidenza del Consiglio, è stata intitolata a Giuseppe Zampieri (1893-1976), sindaco di Vicenza dal 1948 al 1958, che ebbe il difficile compito di ridisegnare la città provata dalla guerra e dai bombardamenti e che per questo fu chiamato il “sindaco della ricostruzione”.

Giuseppe Magnabosco (1931-2007), tra i fondatori della Lega Nord a Vicenza e fervido sostenitore di un’impostazione culturale federalista, ha dato il nome alla sala del Presidente del consiglio comunale, in quanto fu il primo a ricoprire tale ruolo a Vicenza tra il 1995 e il 1998, dopo che ne venne istituita la figura.

La “sala Blu”, quella dove si riunisce la maggioranza consiliare, da oggi porta invece il nome di Luciano Rainaldi (1928-1981): prima militante del Psi, poi consigliere comunale per il Partito comunista negli anni Settanta, fu un esponente politico di eccellenza della sinistra vicentina nonché stimato amministratore pubblico.

Il nome di Gabriele Collese (1937-1994) ha preso il posto di “sala Gialla” per la sala della minoranza consiliare. Acuto interprete dei valori e della tradizione della Destra italiana, Collese entrò in consiglio comunale nel 1975 nelle liste del Movimento sociale italiano, ma ricoprì anche la carica di consigliere provinciale e di consigliere di amministrazione dell’Ipab.

La “sala stampa” è stata invece dedicata alla memoria dell’ex sindaco Antonio Dal Sasso (1907-1962). I locali del Comune attrezzati per i giornalisti che seguono il “palazzo”, porteranno dunque il nome di un vicentino di grande cultura, che fu professore di storia e filosofia al liceo classico “Pigafetta” di Vicenza prima di essere nominato preside del liceo classico “Brocchi” di Bassano del Grappa. Eletto consigliere comunale nel 1951, Dal Sasso, che militò nella Dc, divenne assessore alla pubblica istruzione, ai servizi demografici e al personale. Fu sindaco di Vicenza dal 1958 fino alla morte avvenuta nel 1962.

E’ stata intitolata a Giovanni Chiesa (1927-1982), poi, la sala dove si tengono la gran parte delle conferenze stampa del Comune e fino ad oggi chiamata “sala Rossa”. Esponente della Dc, Chiesa fu consigliere comunale dal 1970 e subito assessore ai lavori pubblici. Ricoprì la carica di sindaco per sei anni a partire dal 1975, in un periodo dunque di epocali cambiamenti sociali e culturali e di forti tensioni politiche. Fu tuttavia fautore del concetto di “democrazia partecipata”, quindi del più ampio coinvolgimento della società civile nelle scelte fondamentali dell’amministrazione.

La sala Giunta infine porta il nome di Luigi Faccio (1877-1951). Di umili origini, prima falegname e poi tipografo, Faccio partecipò alla Prima Guerra mondiale. Leader del Partito Socialista cittadino, divenne sindaco nel 1920, ma due anni dopo dovette dimettersi a causa del “golpe nero” realizzato dagli squadristi fascisti. Fu amico di Giacomo Matteotti e deputato all’assemblea costituente. Per l’ampia stima di cui godeva trasversalmente, venne designato Primo cittadino dal Comitato di liberazione nazionale fino al 1948.

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