Città di Vicenza

09/06/2009

"Dolci i miei denti": mostra di design a Casa del Palladio

"Dolci per i miei denti. Ceramiche di Silvia Zotta" è il nome della nuova mostra che sarà allestita a Casa Cogollo detta del Palladio (corso Palladio, 165) nell'ambito del progetto "Sistemi di contemporaneo", promosso dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Vicenza, all'interno del quale Casa Cogollo diventa uno spazio espositivo dedicato al design. All'inaugurazione, che si terrà sabato 13 giugno, alle 18, nel salone d'onore di Palazzo Chiericati, seguirà la visita alla mostra.

L'esposizione - curata da Stefania Portinari e realizzata in partnership con Aim e Amcps - resterà aperta fino al 19 luglio, tutti giorni tranne il lunedì, dalle 10.30 alle 13 e dalle 15 alle 19. Ingresso libero. Informazioni all'Assessorato alla Cultura: 0444 222114 - 222122, uffmostre@comune.vicenza.it.   

Le creazioni dell'argentina Silvia Zotta sono opere e installazioni coloratissime le cui fattezze richiamano esplicitamente dolci di vario tipo. Questi oggetti sono definiti da una forma manipolata in modo volutamente irregolare, così da rendere ognuno di essi un pezzo unico. Sono opere sagomate in profili essenziali, "costruite" da accostamenti cromatici, spesso smaltati, che vanno dal verde mela al giallo, dal rosso ciliegia al bianco, dal   blu e violetto al rosa. A Casa Cogollo la "lista dei dessert" in esposizione prevede, tra l'altro,   Torta da viaggio , Scatoline caramellate ovvero dolci da tavola , Liquirizioni amari e   Spumoni caldi , Cuori da mangiare , Pacchettini brisée , una Torta da interni , i Cotti dentro , un piatto con cuore e sediolina, Dolci da muro   e suggestioni di cioccolato, anelli colorati e persino un Pasto verde "comida de vaca" , il tutto rigorosamente in maiolica policroma.

La formazione di Silvia Zotta (Buenos Aires, 1969), seppure legata incondizionatamente alla ceramica, volge a una dimensione molto contemporanea del fare artistico, essendo l'autrice diplomata all’Instituto Superior Nacional de Ceramica Artistica e anche in scultura all’Accademia di Belle Arti "Prilidiano Pueyrredon" di Buenos Aires. La dimensione installativa delle sue opere porta ad annullare la graduatoria di merito passatista tra arti maggiori e minori, tra arte tout court   e arte applicata. Il decoro di vasi, scatole, opere uniche e pannelli da parete sta nell’accumulo delle forme nell’accostamento di tonalità, come queste fossero una scala musicale eccentrica e tonale. È soprattutto la valenza del colore a renderne la consistenza, con tinte che paiono tuffarsi le une dentro alle altre all’interno dei recipienti.

A Silvia Zotta non importano i tecnicismi e le ossessioni del ceramista-tipo che bada più ai gradi di cottura e ai materiali che al racconto di una nuova realtà da rendere con una pasta così antica. Il suo dare vita a un differente modo di fare ceramica, spiazzante e vitale, si è così imposto in breve tempo nei maggiori concorsi in cui l'artista ha ottenuto numerose menzioni d’onore; ha vinto il prestigioso Premio Faenza, ricevuto ex aequo al 54° Concorso Internazionale della Ceramica d'Arte nel 2005, e il Primo Premio al Settimo Concorso Nazionale "Viaggio attraverso la ceramica" di Vietri sul Mare nel 2001. È stata selezionata per lavorare al centro di ricerca ECWC (European Ceramic Work Centre) in Olanda, e ha partecipato a simposi internazionali, workshop e residenze d'artista.

Ha esposto, tra l'altro, in Francia, Spagna, Cina, Olanda, Svizzera, Corea e Italia, anche al MIAAO, il Museo Internazionale delle Arti Applicate Oggi di Torino, al Museo Industriale Europeo della Porcellana di Plössberg in Germania, al Museo Eduardo Sivori di Buenos Aires, al Centenario dell’Esposizione Internazionale d'Arte Decorativa Moderna di Torino, a Palazzo Bricherasio, nel 2002, al Salone Satellite del Salone Internazionale del Mobile di Milano, al MIART di Milano e ad Artefiera a Bologna, a Pitti Casa a Firenze.

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