Città di Vicenza

25/02/2009

“1 euro su 5 dell’Irpef resti a Vicenza”: Achille Variati e Lia Sartori domattina raccolgono insieme le firme dei cittadini. “Mandiamo a Roma un messaggio: non siamo solo il popolo del ‘Lavora e tasi’

Con lo slogan "1 euro su 5 dell'Irpef prodotto a Vicenza resti nel nostro territorio", il sindaco Achille Variati lancia la raccolta di firme tra i cittadini per chiedere al governo che il 20% dell'Irpef venga restituito al Comune. E accanto al primo cittadino del Pd ci sarà l’europarlamentare del Pdl Lia Sartori, leader dell’opposizione in consiglio comunale: a dimostrazione della trasversalità politica che caratterizza il movimento dei sindaci veneti (poi estesosi al Nord e più di recente anche ad altre regioni). Domattina, dalle 9.30 alle 11, inaugureranno assieme ad altri consiglieri comunali la raccolta di firme tra i cittadini del capoluogo berico, già avviata da qualche giorno in altre realtà della provincia. Il banchetto sarà posizionato all'angolo tra contrà Cavour e piazza dei Signori e resterà attivo dalle 9.30 alle 13. 

"Lo slogan '1 euro su 5 dell'Irpef prodotto a Vicenza resti nel nostro territorio' spiega in modo semplice - sottolineano Variati e Sartori - la richiesta che centinaia di Comuni stanno facendo al Governo: ogni anno, noi vicentini versiamo allo Stato centinaia di milioni di euro. L'Irpef è solo una della tasse dovute a Roma, e di questa tassa chiediamo che venga restituito al territorio il 20%, appunto un quinto. Oggi la situazione è ben diversa: solo il 6,9% dell'Irpef torna nelle casse comunali. Tradotto in soldoni, vuol dire che su 370 milioni di euro versati dal nostro territorio, solo 25 milioni di euro rimangono nelle nostre disponibilità. E' tempo che un vero meccanismo di federalismo fiscale si affermi. In fondo, chiediamo solo che una piccola parte della ricchezza prodotta dal nostro lavoro resti qui, e che possa trasformarsi in servizi e opere a favore dei cittadini". 

"In un momento storico - proseguono il sindaco e l’europarlamentare – di grande difficoltà per gli enti locali anche del Nord, lo Stato ha il dovere di ascoltare la voce che arriva dai nostri territori. Il Veneto è sempre stata una grande locomotiva dell’economia italiana, e i veneti hanno contribuito in modo determinante a far uscire questo Paese dalla miseria, traghettandolo con fatica e intraprendenza verso la modernità e il benessere. Per questo chiediamo a tutti i cittadini di aggiungere la loro firma: facciamo sentire la voce di Vicenza anche a Roma, dove forse la pianteranno di pensare che siamo solo il popolo del ‘lavora e tasi’”.

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