Città di Vicenza

23/02/2009

Domani sera "Puccini e la fine del Melodramma" al Teatro Comunale di Vicenza

Uno spettacolo interamente dedicato dal Comune alla terza età

Serata di martedì grasso sulle note di Giacomo Puccini: accade il 24 febbraio al Teatro Comunale Città di Vicenza, nell’ambito delle manifestazioni del Carnevale 2009 promosse dal Comune.

"Puccini e la fine del melodramma", questo il titolo dello spettacolo in programma alle 20.30, sarà proposto dalla Compagnia "Vicenza Lirica" con testi a cura di Pier Zordan. Si tratta di un concerto-spettacolo pucciniano a “tutto tondo”: un viaggio introspettivo nei capolavori del musicista lucchese, che ripercorrerà gli straordinari quarant’anni di successi, dal debutto del 1884 con Le Villi, al commiato del 1924 con Turandot.  

Come per altre iniziative del Carnevale, rivolte in particolare alla terza età, la serata sarà interamente riservata ai cittadini che abbiano compiuto 65 anni. Gli interessati potranno ritirare i biglietti gratuiti lunedì 23 febbraio, dalle 9 alle 12, all’Auditorium Canneti (Levà degli Angeli 11) e, se ancora disponibili, al botteghino del Comunale a partire dalle 20 di martedì 24. 

Dopo una breve introduzione di Pier Zordan, che ripercorrerà gli anni giovanili del compositore toscano, il baritono stesso aprirà la serata con Le Villi, eseguendo la grande scena e l’aria d’apertura del secondo atto “No, possibil non è…Anima santa della figlia mia…”. A seguire un piccolo inciso sulla seconda opera, Edgar   e, in perfetto ordine cronologico, via via con tutti gli altri titoli maggiori:Manon Lescaut, La Bohème, Tosca, Madama Butterfly.

Si passa, quindi, alla seconda “vita” di Puccini, con nuove idee e nuovi librettisti al servizio dell’esigentissimo compositore. Completamente assorbito dall’esplorazione di nuovi campi d’azione Puccini trova nuovi stimoli compositivi in un soggetto del tutto particolare: La Fanciulla  del West, dalla quale verranno estrapolati il racconto dello sceriffo “Minnie, dalla mia casa son partito” e l’arcinota “Ch’ella mi creda libero e lontano”. Tuttavia, migliori risultati li raggiungerà nei tre titoli successivi, racchiusi nel famoso “Trittico” del 1918, dove il nuovo linguaggio trova una continuità di espressione ragguardevole e a tratti di altissimo valore in Suor Angelica, la preferita dall’autore, ma specialmente in Tabarro (“Nulla! Silenzio”) e in Gianni Schicchi (con la geniale sortita-intuizione del protagonista “Si corra dal notaio”).

Commiato finale con l’ultimo capolavoro, Turandot , nel quale si avverte una scrittura orchestrale ritmica e armonica molto avanzata, talvolta di estrema facilità, sicuramente di grande efficacia. Dal primo atto della favola cinese, due arie in simbiosi fra loro, “Signore ascolta” e “Non piangere Liù”; e poi, dal terzo atto, altre due perle come “Nessun dorma” e “Tu che di gel sei cinta”.

Oltre a Zordan, saranno della partita il pianista Marco Titotto, il soprano Silvana Benetti, il tenore Enrico Pertile.

Informazioni: 0444 222116

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