Città di Vicenza

06/02/2009

Alla biblioteca “La Vigna”, lunedì 9 febbraio alle 16, il cenacolo dei poeti dialettali incontra la pittura di Antonio Carta

La poesia incontra la pittura alla Biblioteca “La Vigna” (Contrà Porta S. Croce, n.3) :accade lunedì 9 febbraio alle 16, nell’ambito della mostra dedicata ad Antonio Carta (“Opere 1958-2008”), promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Vicenza in collaborazione con la stessa Biblioteca, AIM gruppo e l’Associazione “I portici di corso Fogazzaro”.

La rassegna, in programma fino a domenica 15 marzo, farà da sfondo, per l’occasione, alla presentazione dell’antologia poetica denominata Colli Berici o della luce di Antonio Capuzzo (Panda Edizioni).

L’incontro avrà luogo nell’appartamento Gallo dove sono esposte un’ottantina di opere pittoriche, scultoree e grafiche (tele, incisioni e qualche terracotta), di Antonio Carta e rientra nelle periodiche iniziative del Cenacolo dei Poeti Dialettali Vicentini.

Tutti gli interessati avranno così la possibilità di apprezzare parallelamente le poesie di Capuzzo, di origini padovane, ma profondamente legato alla città berica, ove da molto tempo risiede e insegna Scienze Umane, e l’esposizione di opere che coprono cinquanta anni di attività del vicentino Antonio Carta, tormentato interprete della transizione dalla civiltà contadina a quella industriale e postindustriale.

Ad illustrare la settima silloge poetica, di Capuzzo sarà Mario Bagnara, presidente de “La Vigna”. Seguiranno alcune letture dello stesso Capuzzo, la cui visione estatica della natura è già stata espressa in precedenti raccolte, in particolare in Mattini a Monteviale e Un emergere d’anima. Poesie d’amore, trova in questa raccolta la più completa e matura esaltazione: ecco quindi succedersi le bellezze paesaggistiche di Brendola, patria di S. Bertilla, di Vo’ di Brendola,  di S. Gottardo, del convento di S. Pancrazio, di Bugano,  di Villabalzana,  e, più a Sud, di Bosco di Nanto, di Montegaldella, e soprattutto del Lago di Fimon e della Val Liona con S. Germano, Pederiva e Grancona ove tutto, compreso il cimitero, parla della “bellissima e inafferrabile” fata Lio”.   

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