Città di Vicenza

30/01/2009

New Conversations Vicenza Jazz: si preannuncia “in levare” la XIV edizione in programma dall’8 al 16 maggio 2009

Con la sua quattordicesima edizione in calendario dall’8 al 16 maggio 2009, “New Conversations – Vicenza Jazz” si propone con un deciso scatto verso l’alto, un’impennata che i musicisti non esiterebbero a definire “in levare”.

In un’edizione caratterizzata da grandi ritorni, Vicenza Jazz riparte con nuove strategie: una rinnovata progettualità capace di dar vita a produzioni originali e in esclusiva, eventi speciali, prime nazionali, nuovi rapporti con il tessuto sociale e urbanistico del territorio, coinvolgimenti ad ampio raggio con operatori sia in campo artistico che economico e sociale.

E i ritorni sono quelli del main sponsor che ne è stato co-produttore sin dal primo anno, Luca Trivellato, dell’assessore alla cultura Francesca Lazzari che con Trivellato (e col direttore artistico Riccardo Brazzale) fu tra i fondatori del festival nel ’96, nonché Luca Berton, il patròn del Panic Jazz Club di Marostica che torna a gestire lo spazio-club after-hours.

“Con questa edizione – ha dichiarato questa mattina l’assessore Lazzari nel corso della presentazione che si è tenuta a Palazzo Trissino – abbiamo voluto rilanciare e alzare ulteriormente il livello del festival, tanto che i nomi che siamo riusciti a mettere in calendario non saranno a Vicenza in tournee, ma ci verranno appositamente. Siamo inoltre partiti con grande anticipo per far veicolare il festival fin d’ora e per coinvolgere il più possibile tutta la città”.

Le produzioni originali e in esclusiva inizieranno dal primo giorno, venerdì 8 maggio, quando uno dei vati della nuova musica (quella che in realtà travalica i confini del jazz), il sassofonista John Zorn, sarà al Teatro Olimpico per una serata che sarà aperta – come da sua precisa scelta – dal pianista Uri Caine, il quale interpreterà esclusivamente musiche di Zorn; quindi lo stesso sassofonista entrerà in scena in piena solitudine, prima di chiudere in duo.

Zorn verrà appositamente a Vicenza, convinto anche dal nome del Palladio e dalla vicinanza con Venezia che egli ha chiesto di visitare in quei giorni.

Sabato 9 la città vedrà sotto le luci diverse situazioni parimenti interessanti: la prima italiana nella tournée europea dei cubani Buena Vista Social Club (in Piazza dei Signori, a ingresso libero), quindi una produzione speciale in collaborazione con il Conservatorio Pedrollo per la nuova orchestra jazz dei conservatori del Veneto (con quello vicentino nel ruolo di capofila) e infine la prima esibizione nei tre giorni dedicati al trombettista Tom Harrell, artist in residence sino a tutto il lunedì (ospite della Jazz Vicenza Orkestra).

Domenica 10 avremo l’ennesimo grande nome con il quale si darà ragione del titolo di questa edizione del festival “Il jazz che venne dal freddo”: il sassofonista norvegese Jan Garbarek porterà al Tempio di S. Lorenzo un significativo programma quale “Officium” con l’ensemble vocale Hilliard, particolarmente adatto alla sacralità del luogo. Lungo le ore pomeridiane della domenica il centro città si colorerà di jazz non solo con i suoni coinvolgenti dei Funk Off, ma pure con iniziative enogastronomiche che non mancheranno di ricordare il legame antico fra Vicenza e le coste norvegesi.

L’originalità delle scelte artistiche si farà comunque sentire anche il lunedì 11, quando la pianista Geri Allen (che ben conosce l’Olimpico per averci suonato alte due volte) si proporrà con un ospite sicuramente anomalo: un tip tapper.

E se martedì 12 sarà (finalmente, qualcuno potrà dire) la volta di un jazz, qui sì, tradizionalmente inteso, comunque con un artista di garantita qualità quale Dave Holland, con il programma di mercoledì 13 si passerà a un cosiddetto italian must: il pianista Stefano Bollani in una singolare esibizione “3x1” al Teatro Comunale, prima con una solo performance, poi con i suoi “Visionari” e, fra l’uno e gli altri, in duo con la cantante Irene Grandi, per un dialogo che si preannuncia quantomeno denso di sorprese.

Giovedì 14 e venerdì 15, tornerà il jazz mainstream di grande sostanza: prima il quintetto di Terence Blanchard e poi, ancora una volta in produzione originale e in esclusiva, la Mingus Dynasty, per l’esecuzione di un concept-album capolavoro quale “Mingus Ah Um” del quale ricorre quest’anno il mezzo secolo (così come ricorrono i trent’anni dalla morte del grande contrabbassista-compositore).

Ma i norvegesi torneranno comunque in città con Eivind Aarset e Hakom Kornstad, dal prologo del giovedì al finale del sabato (e con loro altre sorprese nordiche), nella giornata conclusiva che vedrà anche fra i protagonisti gli “Yellowjackets” con il sassofonista Bob Mintzer.

E tuttavia non vi è dubbio che tutto questo (e sarebbe, crediamo, più che sufficiente per dare il senso di un’edizione del festival con nomi e numeri di eccezionalità) non sarà che una parte: vi saranno al solito concerti ed esibizioni per la città intera, nei locali, nelle piazze e per le strade (con apertura di spazi urbani inediti), nei palazzi antichi e nelle chiese, nelle sedi di mostre e nelle sedi istituzionali, sia municipali che musicali (in primis il Conservatorio Pedrollo col quale si va sempre più saldando un legame forte).

Ma un posto a parte avrà la riapertura del Jazz Café Trivellato che reincontra il PanicJazz Club: una sorpresa che non mancherà di stupire.

Le prevendite partiranno da martedì 3 marzo al Teatro Comunale, Panta Rhei, Avit e i punti Greenticket, con la grande novità della vendita on line, con stampa del biglietto direttamente dai computer domestici; da aprile, poi, la prevendita partirà anche dal Teatro Olimpico.

Un programma così ampio e articolato (e che fra un paio di mesi si scoprirà ancora più denso e allargato) non poteva che essere possibile anche grazie alla presenza di nuovi partners: non solo dunque Trivellato e Mercedes Benz ma pure la Fiera di Vicenza e Assicurazioni Generali.

ATTENZIONE: La notizia si riferisce alla data di pubblicazione indicata in alto. Le informazioni contenute possono pertanto subire variazioni nel tempo, non registrate in questa pagina, ma in comunicazioni successive.