Città di Vicenza

29/01/2009

Piano territoriale scolastico per la città di Vicenza: la pianificazione come strumento per migliorare la qualità formativa

Il bambino come indicatore ambientale della qualità della vita della città: nasce con questo presupposto il “Piano territoriale scolastico per Vicenza”. Secondo quanto previsto nelle linee programmatiche della nuova amministrazione, anche la scuola diventa quindi strumento per rivitalizzare i quartieri, favorire l’integrazione sociale e promuovere la sostenibilità e la qualità della vita nel contesto urbano.

Per tradurre nel concreto questa visione innovativa è stato elaborato un accordo che pianifica e migliora l’attività della scuola sui fronti educativo-pedagogico, della formazione delle classi, della distribuzione dei finanziamenti, del fabbisogno degli spazi e  dell’inserimento degli alunni stranieri.

Il documento, che modificherà fin dal prossimo anno scolastico le modalità di iscrizione alla scuola primaria, è stato approvato questa mattina dalla giunta comunale e viene sottoscritto dall’assessorato all’istruzione e dai 11 dirigenti scolastici del territorio cittadino, con il beneplacito dell’Ufficio scolastico provinciale.

 “Si tratta - dichiara l’assessore all’istruzione Alessandra Moretti - di un accordo innovativo il cui scopo principale è educativo-pedagogico, perché punta a valorizzare la presenza della scuola nel territorio e a migliorare il servizio scolastico grazie ad una pianificazione condivisa e ad un coordinamento delle azioni, nel rispetto dell’autonomia dei singoli istituti”.

Nel concreto, a partire dal prossimo anno scolastico, sarà un POFT (piano dell’offerta formativa) condiviso a fare da guida ai piani formativi dei singoli istituti; sarà progettato in modo congiunto l’accesso a fondi aggiuntivi ministeriali, provinciali, regionali ed europei; ci sarà un limite massimo di alunni stranieri per ogni classe pari al 30-35%; e, soprattutto, sarà valorizzata la permanenza nel quartiere di residenza del bambino, nell’ottica della promozione del suo inserimento nel territorio in cui vive e, progressivamente, di una sua mobilità sempre più autonoma e consapevole.

Grazie ad uno studio già eseguito da assessorato all’istruzione e istituti comprensivi in collaborazione con il sit (sistema informativo territoriale) e l’ufficio statistica del Comune di Vicenza, per il prossimo anno scolastico è stata calcolata e recepita all’interno dell’accordo la “mappatura” dei bambini nati nel 2003 e residenti a Vicenza nel 2008: complessivamente si tratta di 1045 bambini per 49 nuove classi prime.

I bambini sono già stati raggruppati per aree di residenza, in modo da prevedere quante classi prime formare in ognuna delle 26 scuole primarie cittadine. Secondo le previsioni, in nessuna classe si supererà il tetto del 35% di stranieri, con una presenza media nelle future prime elementari pari al 21%.

Affinché queste previsioni, che significano anche preventiva e più efficace organizzazione degli spazi scolastici e miglior distribuzione del personale, vengano rispettate, l’accordo prevede che il principale criterio da seguire per la formazione delle classi prime sia, appunto, la residenza del bambino. Ciò significa che ogni scuola di ogni istituto comprensivo di Vicenza quest’anno formerà un numero di classi prime che dipenderà dai bambini effettivamente residenti nell’area di pertinenza di quella struttura.

Una lettera, firmata congiuntamente dall’assessore e vicesindaco Alessandra Moretti e dal dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Franco Venturella, comunicherà ad ogni famiglia con bambini da iscrivere in prima, qual è la scuola più vicina a casa e quindi più facilmente raggiungibile dall’alunno.

I bambini che risiedono nelle aree territoriali degli istituti comprensivi n. 6 e n. 8 per i quali si chieda il tempo pieno, potranno iscriversi negli istituti più vicini, perché il 6 e l’8 non forniscono questo servizio. Gli altri sceglieranno il tempo pieno offerto dall’istituto comprensivo di riferimento. L’istituto comprensivo n.3 potrà accogliere gli alunni di Arcugnano perché insiste anche sul territorio di quel comune.

Da quest’anno, quindi, per la formazione delle prime si procederà con l’accettazione di tutti i bambini residenti nell’area di pertinenza della scuola (si tratta di una nuova perimetrazione che tiene conto della divisione in quartieri e di abitudini storiche consolidate nella scelta di una scuola piuttosto che un’altra); si passerà poi ad accettare alunni stranieri di scuole vicine che hanno superato la percentuale del 35% (ma, secondo le previsioni, nel prossimo anno scolastico questa percentuale non dovrebbe essere superata da nessuna scuola); successivamente, se ci saranno ancora posti, saranno ammessi bambini di altre aree e, soltanto in un quarto momento, potranno essere eventualmente accettati alunni non residenti nel comune.

Quanto alla percentuale degli stranieri presenti in ogni classe, l’accordo prevede che il tetto del 30-35% diventi riferimento non solo per le prime, ma progressivamente per tutte le classi, dalla scuola dell’infanzia fino alla secondaria di primo grado. “Si tratta infatti – dichiara a questo proposito l’assessore Moretti – del limite che ci consente di assicurare un’adeguata integrazione degli stranieri e, contemporaneamente, una soddisfacente qualità dell’offerta formativa generale”.

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