Città di Vicenza

10/11/2008

Decollato lo “Sportello di counselling” per combattere il disagio fra gli adolescenti

Disagio giovanile, atti vandalici, episodi di bullismo, uso di sostanze, compagnie a rischio. Nei quartieri San Paolo e San Bortolo sono fenomeni purtroppo già noti, tanto che le associazioni del territorio, quelle a maggior contatto coi ragazzi, hanno sollecitato l’intervento del Comune.
Utilizzando quindi il fondo nazionale per la lotta alla droga 2006-2008, l’assessorato alla famiglia e alla pace si è subito attivato per creare un gruppo di lavoro formato da referenti della scuola media “Trissino”, del liceo scientifico “Quadri”, del Comitato genitori scuola secondaria di primo grado, delle parrocchie San Paolo e Cuore immacolato di Maria – San Bortolo, dell’associazione sportiva Rugby Vicenza, delle sezioni calcio e pallavolo dell’associazione sportiva San Paolo, del centro culturale San Paolo e, infine, dell’Agesci.

A guidare il progetto battezzato “Sportello di counselling”, il Comune ha incaricato la cooperativa Il Mosaico, individuata tramite avviso pubblico, che avrà dunque il ruolo di capofila dei vari partner, tra cui il Sert, il centro studi Ceis, l’associazione “Il Borgo” e la cooperativa “Nuova Vita”, tutti enti che già lavorano assieme nel gruppo di prevenzione del dipartimento per le dipendenze dell’Ulss n. 6 e che possono quindi vantare una certa esperienza. 

Riunitosi finora tre volte dallo scorso giugno, il gruppo di lavoro ha dapprima analizzato la situazione di disagio e i comportamenti a rischio tra i giovani e i giovanissimi nei due quartieri San Paolo e San Bortolo, per poi definire le strategie di intervento che si svilupperanno secondo un approccio “partecipato”, in grado cioè di coinvolgere gli adolescenti direttamente sul campo (scolastico, sportivo, parrocchiale). L’obiettivo è creare nei giovani delle competenze, affinché sentano il desiderio di fare qualcosa, di credere nelle proprie potenzialità e di attivare in modo autonomo dei percorsi di soluzione collaborativi delle varie problematiche. Di fondamentale importanza sarà dunque che i ragazzi acquisiscano consapevolezza dei problemi, per accrescere il proprio senso di controllo e per cominciare ad assumersi responsabilità.   
Dopo una prima fase di conoscenza e di ascolto, dunque le operatrici – che avranno la funzione di facilitatori - cercheranno di condurre il gruppo di ragazzi allo sviluppo di microprogettualità, proponendo esperienze formative in particolari ai più giovani che difficilmente si riconoscono autonomamente in ruoli più attivi.
Il progetto prevede anche il coinvolgimento degli adulti attraverso percorsi specifici per i genitori di ragazzi che manifestano comportamenti non adeguati o trasgressivi.

Appare infine evidente come lo “Sportello di counselling” possa costituire un prezioso momento di formazione non formale per gli stessi operatori, che avranno così l’opportunità di creare relazioni e di scavare nel sommerso dei disagi, troppo spesso nascosti.

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