Città di Vicenza

06/11/2008

Variati su Cossiga: “Preoccupante pensare che Vicenza sia la pedina di una partita militare tra superpotenze”

“Il presidente emerito della Repubblica è sempre, per definizione, una voce interessante. Cossiga, poi, è notoriamente un maestro nell’arte di giocare attorno a verità profonde e a volte non apertamente dicibili. In questo caso si è prodotto in un ragionamento che lambisce anche la nostra Vicenza, mettendola al centro di un complesso schema geopolitico fatto di contrapposizioni internazionali, schieramenti, mosse tutte da decifrare. Naturalmente, non ho la presunzione di poter giudicare la bontà delle sue informazioni, né la competenza di valutarne la fine analisi: nel Comune di Vicenza ci sono tanti e bravi dipendenti, ma non abbiamo ancora un settore dedicato alla politica estera o allo spionaggio internazionale. Da semplice sindaco, guardo le cose in maniera più concreta: le nostre ragioni per criticare il progetto di una nuova base americana al Dal Molin sono ambientali, urbanistiche, di traffico, di sicurezza, di dissipazione di un territorio già saturo, di salvaguardia delle potenzialità di sviluppo della città. Ragioni magari noiose per chi medita sulle cose del mondo, e tuttavia più interessanti per chi vive in questa città.

Devo anche dire, però, che trovo un po’ inquietante la sua analisi. Pensare che la mia città sia una pedina su una scacchiera oggi attraversata da molte tensioni, pensare che possa rientrare in un complesso gioco delle parti tra potenze militari, pensare che qualcuno si prenda la briga di “portare testate nucleari tattiche per dare un segnale forte agli Usa”, come dice il presidente Cossiga, e magari ottenere anche l’abbandono dello sviluppo militare della base di Vicenza, ecco, pensare tutte queste cose mi fa venire – lo confesso – un brivido. Se poi lo associo a quella frase scappata qualche tempo fa al ministro della Difesa La Russa, che dopo aver incontrato il capo del Pentagono si è sentito in dovere di specificare che qualsiasi modifica nell’uso del Dal Molin avrebbe dovuto essere concordata con il governo italiano, purtroppo mi sento ancora meno tranquillo. Vicenza ha già conosciuto fin troppo la guerra nella sua storia”.

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