Città di Vicenza

04/11/2008

Saluto del sindaco alla cerimonia in piazza dei Signori per il 90° anniversario della fine della Grande Guerra

"Nel rivolgere alla Città di Vicenza, quella che mi ha visto nascere e crescere – il saluto della Civica Amministrazione per questo 90’ Anniversario della fine della Grande Guerra, mi sono posto subito un problema.
Vi saranno tra poco autorevoli interventi del Gen. Borghini, Comandante del Coespu, e del Gen. Innecco, già comandante della Brigata Alpina Cadore, sapranno certamente rendere la vivezza delle situazioni di allora nelle nostre menti qui, oggi, nella principale piazza della Città dove ho fortemente voluto che potesse tornare a svolgersi questa celebrazione odierna dopo tanti anni, troppi, di abbandono e di oblio in un luogo più circoscritto e più lontano dal cuore della polis.
In questa stessa piazza prospiciente la Loggia del Capitaniato, da sempre sede del Governo della Città, luogo di aggregazione dei cittadini per ogni loro forma di libera e democratica espressione di appartenenza alla storia. Quella stessa storia che ci ha consegnato anche una statua significativa, in una delle nicchie della Loggia Capitania, con la scritta latina “Belli secura quiesco”.
Fu, quella stessa statua, il simbolo nel manifesto per la consegna della II medaglia d’oro alla Bandiera della Città di Vicenza avvenuto in questa stessa piazza ad opera del Presidente della Repubblica Italiana Oscar Luigi Scàlfaro.
Oggi invero non siamo così numerosi ma non per questo abbiamo dimenticato significati e simboli della nostra storia Patria. Patria. Una parola, oggi, che pare inserita quasi fosse un corpo estraneo in una realtà sociale dove i rapidi mutamenti del gusto e delle mode implicano inevitabilmente la perdita di un legame  duraturo e profondo con la stessa realtà in divenire. Ma non è così.
Non è così per Vicenza, che nel 1915-18 fu sede del Comando della I Armata. Non è così per questa nostra Città più volte distrutta dagli eventi bellici.  In ogni caso e sempre rappresentata dal Tricolore – nella Sua Bandiera – capace di trasformare la memoria del passato in uno strumento per comprendere e trasformare il presente.
Questo desiderano i cittadini di ogni Comune d’Italia celebrando la giornata dell’Unità Nazionale: unire tutte queste straordinarie “piccole patrie” che sono i nostri  Comuni per comprendere il presente e il futuro della nostra Patria dove ancor oggi i suoi figli che volontariamente vestono una divisa, con lo stesso orgoglio, con la stessa determinazione, con la stessa generosità, sanno diffondere anche fuori dai confini nazionali la vera ricchezza della nostra gente: di cuore e di cervello.
In questa occasione voglio ricordare il Cap. Stefano Bazzo, caduto nell’incidente oltr’Alpe. Stefano simbolo dei caduti dei nostri giorni, militari che rischiano la vita non per combattere, ma per aiutare, per aiutare chi ha bisogno, genti, Paesi lontani o nostri concittadini in operazioni di soccorso civile. Il Cap. Bazzo è caduto, ora lo Stato così come il Comune non abbandoni la moglie Chiara e il piccolo Francesco. Oltre le parole, le Istituzioni debbono saper essere accanto concretamente a chi le ha servite fino all’estremo sacrificio.
E’ molto significativa la presenza oggi dei giovani studenti rappresentanti delle scuole cittadine.
Voi, cari ragazzi, siete il futuro della nostra Comunità. Siete portatori della speranza di futuro, anzi rappresentate la certezza del futuro.
Ma guai se il vostro futuro si costruisse senza la memoria del passato, guai se voi, giovani di oggi, dimenticaste ad esempio i giovani del 1899 chiamati al fronte e che con onore servirono l’Italia. Erano giovani come voi, con le vostre stesse speranze. Idealmente loro oggi sono voi e voi dovete esserne fieri e nella vostra vita privata e civica non dovete tradire i valori che accompagnarono i ragazzi del ’99, anche a morire.
Infine, permettetemi oggi,  giorno delle Forze Armate,  una piccola orgogliosa anticipazione di un gesto che non è solo “amministrativo”. Nei giorni scorsi la Giunta Comunale ha determinato di attribuire la cittadinanza onoraria al Gruppo di artiglieria da Alpina da Montagna  “Vicenza”.
Dal 1882 questo reparto porta il nome di Vicenza nel mondo; lo porta con orgoglio e generosità.
Quella generosità che coralmente riconosciamo al Corpo degli Alpini da sempre impegnato a fornire elevati  contributi anche di valore sociale e umanitario.
Fra qualche giorno la stessa deliberazione transiterà per il Consiglio Comunale ove confido sarà accolta con eguale attenzione, con altrettanta considerazione.
Ci auguriamo quindi che il prossimo anno, su questa stessa piazza, potremo rivedere insieme con l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza, oggi presenti, un plotone del Gruppo di Artigliera da Montagna “Vicenza”.
Viva le Forze Armate, Viva la Repubblica!

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