Città di Vicenza

03/11/2008

Variati sull’attentato di ieri: “Ho paura che si possa rompere un equilibrio incredibilmente durato per cinquant’anni. Lo temo io, ma dovrebbero temerlo anche gli americani”

Il giorno dopo l’attentato alla Banca Popolare di Vicenza, che gli inquirenti hanno definito di natura politica, il sindaco Achille Variati ritorna sulla vicenda, da lui stesso già duramente condannata.

“Vicenza - dichiara Variati - ospita gli americani da 50 anni. Li ha ospitati in tempi anche difficili, di guerra fredda e tensioni sociali, ma non è mai diventata un luogo sensibile per la contestazione. Il grave fatto di ieri mi ha fatto pensare che quell’equilibrio straordinario si possa rompere. Ho paura che la mia città stia per diventare un luogo sensibile su cui scaricare veleni. Si tratta di un problema molto grave, di cui l’odioso attentato alla Popolare potrebbe essere un segnale allarmante”.

“Questo è un problema per la città - prosegue Variati - ma dovrebbe essere anche un problema per gli americani, ai quali chiedo di riflettere su quanto sta avvenendo. Il Dal Molin è una questione irrisolta, e non credo faccia bene nemmeno agli americani semplificare la vicenda come fosse una semplice questione tra loro e il governo italiano. Vorrei che riflettessero su cosa voglia dire fare nuove basi militari oggi, nel 2008,  rispetto a cinquant’anni fa e su quale debba essere il rapporto con la città che li ha così a lungo ospitati. Non si tratta solo di risolvere questioni formali, ma anche sostanziali e che riguardano direttamente e profondante il territorio: da un progetto che ancora manca, fino alle indispensabili valutazioni sull’impatto ambientale”.

Variati risponde anche a Galan, che sull’attentato ieri ha dichiarato “Chi semina vento, raccoglie tempesta”. “Il proverbio mi trova d’accordo - commenta il sindaco - ma va chiarito chi abbia seminato vento. Non certo i cittadini che hanno espresso la loro opinione nella consultazione autogestita, non i pacifici dimostranti che hanno sfilato contro la nuova base, non io che ho cercato di ricondurre la protesta in un solco di democrazia, stemperando tensioni e conflitti. Il vento, semmai, l’ha seminato chi ha creduto di risolvere la questione senza discuterne con la città, lasciandoci in eredità una situazione irrisolta e incancrenita.”   

Nel frattempo, questa sera alle 21, il sindaco ha invitato tutti i cittadini a scendere in strada, per una fiaccolata a difesa della democrazia. “Indipendentemente dalle posizioni politiche - conclude Variati -  la città deve creare un muro contro la violenza terroristica”.

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