Città di Vicenza

04/09/2008

Il “Battesimo di Cristo” di Giovanni Bellini prestato dalla città di Vicenza alla mostra delle Scuderie del Quirinale dedicata al grande pittore veneziano

Anche Vicenza sarà rappresentata nell’eccezionale rassegna monografica su Giovanni Bellini, patriarca della pittura veneziana: dal 30 settembre 2008 all’11 gennaio 2009, con altre sessanta opere provenienti dai musei di tutto il mondo, nell’allestimento delle Scuderie del Quirinale sarà esposta la grande tavola “Il Battesimo di Cristodella chiesa di Santa Corona.

Nella previsione di un evento tanto importante e significativo per il suo valore scientifico e culturale, la Pinacoteca di Palazzo Chiericati di Vicenza ha ospitato questa mattina un incontro per spiegare alla città le motivazioni del prestito dell’opera alla mostra romana e illustrare lo straordinario evento.

In rappresentanza dell’ente proprietario dell’opera, erano presenti il sindaco di Vicenza Achille Variati e la direttrice dei Musei Civici Maria Elisa Avagnina.

Sono intervenuti, insieme ai curatori della mostra Mauro Lucco e Giovanni C.F. Villa, il presidente della commissione scientifica delle Scuderie del Quirinale e direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci e il direttore generale dell’Azienda Speciale Palaexpo di Roma Mario De Simoni che hanno esposto le ragioni della mostra e l’avanzamento degli studi sull’artista.  Hanno partecipano inoltre Fabrizio Magani, soprintendente per i Beni storici, artistici e etnoantropologici di Verona, Vicenza e Rovigo e, in rappresentanza del direttore generale Roberto Cecchi, M.Antonella Fusco, dirigente del Servizio IV° musei, mostre e valorizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali, che hanno illustrato le istanze di conservazione dell’opera e gli aspetti tecnici del prestito, anche alla luce delle recenti disposizioni ministeriali in materia di collaborazione di musei a eventi espositivi.

Per effetto del passaggio al demanio di epoca napoleonica, la chiesa domenicana di Santa Corona è entrata nel patrimonio del Comune; di conseguenza la pala del Battesimo, che impreziosisce l’altare Garzadori, fa parte del compendio museale civico, di cui costituisce un capolavoro assoluto particolarmente caro al cuore dei vicentini.

Il sindaco Variati, in particolare, ha messo in luce l’importanza affettiva, oltre che la straordinarietà artistica, dell’opera: “Questa pala - ha detto Variati - è particolarmente cara ai vicentini perché per secoli non è stata ospitata in un museo, comunque elitario, ma in una chiesa, dove veniva ammirata da tutti. Mi piace pensare che intere generazioni di vicentini siano rimaste incantate di fronte al mistero del Cristo raffigurato nella pala dell’altare Garzadori: un Cristo sì battezzato dal Battista sulle rive del Giordano e attorniato da tre donne che solo per i più colti rappresentavano la Fede, la Speranza e la Carità, ma soprattutto un Cristo alle cui spalle si apre un paesaggio a tutti conosciuto e caro, fatto di colline, monti, rocche e castelli: il nostro paesaggio”.

Il sindaco, sottolineando l’orgoglio e la soddisfazione del Comune nel prestare il dipinto alle Scuderie del Quirinale nel solco di un progetto di collaborazione avviato dal suo predecessore Enrico Hüllweck, invitato alla presentazione, ha anche ricordato l’imminente e doveroso restauro dell’intera chiesa di Santa Corona, finanziato in gran parte dalla Fondazione Cariverona.

Quanto al prestito, superate le preoccupazioni poste dalla delicatezza intrinseca dell’opera eseguita su supporto ligneo di notevoli dimensioni, l’evento si rende oggi possibile grazie alla generosità della città di Vicenza e della sua amministrazione. Sotto il profilo della conservazione, le premesse del prestito sono state create dall’intervento di restauro, generosamente sostenuto dalla Banca Popolare di Vicenza tra il 2006 e il 2007 e realizzato  dallo studio ACR di Alessandra Cottone,  sotto la supervisione scientifica della Soprintendenza per i beni storici, artistici e entoantropologici di Verona, Vicenza e Rovigo. L’evento è stato accompagnato dalla pubblicazione di un volume dedicato all’opera e al suo recupero, edito dalla Biblos e realizzato con il contributo dello stesso istituto bancario e della Fondazione Giuseppe Roi.

Determinante nell’indirizzare la scelta del prestito è stato il ruolo dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro che ha svolto un ruolo di consulenza tecnica nell’organizzazione della mostra e che, d’intesa con la Soprintendenza competente,  ha stilato il protocollo tecnico dell’operazione e indicato le precauzioni da adottare nella rimozione, trasporto ed esposizione in mostra della tavola.

 “… quadro di incomparabile bellezza”, come viene definito da una fonte del Sec. XIX, il Battesimo di Cristo di Santa Corona, unica opera di Giovanni Bellini presente a Vicenza, risale alla committenza del ricco e pio nobiluomo vicentino Battista Graziani, meglio noto come Garzadori,  che, sullo scorcio dell’anno 1500, reduce da un viaggio nei Luoghi Santi, dava corso alla costruzione in Santa Corona di un fastoso altare dedicato al Santo di cui portava il nome e  impreziosito dalla celebre pala belliniana.

 Il dipinto presenta in primo piano il corpo apollineo di Cristo deterso dalle acque del Giordano per mano del Battista e immerso in un paesaggio di una bellezza struggente e arcana, reso con tocco atmosferico e pervaso da un senso lirico del divino.

Commovente prova di un Bellini ormai quasi settantenne, l’opera segna nell’evoluzione del linguaggio del pittore un punto cruciale,  uno  spartiacque sottolineato dalla data a cavallo tra due secoli che prelude e anticipa la pittura di puro colore di Giorgione e di Tiziano. Colore che spicca, catturando la luce, nelle vesti delle Virtù teologali, le tre donne a fianco di Cristo: il rosso della Fede, il giallo della Speranza e il blu della Carità, e ancora nel verde della tunica del Battista, mentre sullo sfondo campeggiano gli ariosi colori pastello del cielo e le sagome azzurrine dei monti.

La lunga e spesso controversa storia della conservazione della pala, sfociata in alcuni casi in accese querelles, ha trovato nel recente restauro una felice composizione, grazie alla piena sintonia di scelte tra Soprintendenza e Direzione Musei, operate sulla base di indagini preliminari effettuate da Open Care.

Proprio le attuali buone condizioni del dipinto hanno fatto sì che venisse presa in considerazione la possibilità di un trasferimento della pala in mostra, tenuto conto anche della forzata rimozione dall’altare che il dipinto dovrà subire a motivo degli imminenti lavori di restauro della chiesa di Santa Corona, cui seguiranno un temporaneo spostamento ed esposizione presso il Museo Diocesano.

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