Città di Vicenza

14/05/2008

Restituzione di due dipinti del Bellucci

Due importanti dipinti di Antonio Bellucci, restaurati di recente, vengono restituiti alla città. La presentazione ufficiale si tiene giovedì 15 maggio alle 17.30  a Palazzo Chiericati, alla presenza della direttrice dei Musei Civici di Vicenza, Maria Elisa Avagnina, e del presidente della Fondazione Monte di Pietà di Vicenza, Mario Nicoli. Sarà presente Fabrizio Magani - studioso cui si deve il più recente catalogo ragionato dell’Artista -, che interverrà in questa occasione anche in qualità di Soprintendente per il Patrimonio Storico-Artistico e Etnoantropologico di Verona, Vicenza e Rovigo di recentissima nomina.

Il restauro delle due importanti opere di Bellucci, compiuto dal restauratore Egidio Arlango di  Vicenza, è stato realizzato grazie al finanziamento della Fondazione Monte di Pietà, che continua così nell’azione di sostegno alla conservazione del patrimonio artistico civico, già iniziata con il recupero di due importanti tele di Luca Giordano e che prevede per l’anno in corso il restauro eccezionale, per importanza e dimensioni, della pala di Bartolomeo Montagna proveniente dall’altare maggiore della distrutta Chiesa di S. Bartolomeo, capolavoro delle raccolte museali.

I dipinti che verranno presentati sono entrambi opera di Antonio Bellucci,  nato a Venezia nel 1654 e morto a Soligo nel 1726, e sono entrati nelle collezioni civiche grazie al legato di Paolina Porto Godi. La prima tela,  “Scipione rende la sposa a Lucio” del 1691, illustra l’episodio leggendario in cui Scipione, conquistata la città di Nuova Cartagine, riceve una fanciulla quale bottino di guerra ma decide di restituirla al promesso sposo, dimostrando una non usuale clemenza. Si tratta di un’opera risalente al primo periodo di attività di Bellucci e rivela tratti di similarità con i modi del pittore di Este Antonio Zanchi. Forme e colori rievocano una scelta stilistica non tanto sperimentale, quanto mirata al confronto con i pittori della stagione barocca veneziana, Liberi e Zanchi, che testimoniano una particolare attenzione all’arte di Paolo Veronese.

Il secondo dipinto, datato probabilmente tra il 1681 e il 1691 e intitolato “La famiglia di Dario davanti ad Alessandro”, condivide con il precedente il concetto di clemenza. Alessandro, dopo aver sconfitto Dario nella battaglia di Isso, dimostra verso la famiglia del rivale grandi tolleranza e attenzione. E’ rappresentato il gruppo familiare composto dalla madre e dalle due figlie, ad esprimere la forza di un legame familiare che sollecita alla clemenza. Anche questo dipinto rimanda nelle forme espressive alla maniera di Antonio Zanchi, artista al quale Bellucci si era rivolto nella prima fase della sua attività.

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