Città di Vicenza

17/04/2008

Il Comune di Vicenza presenta il PAT al XXVI° congresso dell’Istituto Nazionale di Urbanistica

“Il nuovo piano” urbanistico elaborato dalle amministrazioni territoriali più attente è il tema al centro dei dibattiti dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, riunito in questi giorni per il XXVI Congresso Nazionale ad Ancona, al Teatro delle Muse.

Novità di questa edizione è il percorso espositivo, costituito da 80 progetti di piano di notevole qualità, allestito nel suggestivo spazio della Mole Vanvitelliana ed aperto al pubblico fino a domenica 20 aprile.

Tra questi lavori c’è anche il Piano di Assetto del Territorio elaborato dal dipartimento dello sviluppo del territorio del Comune di Vicenza: un lavoro pluriennale e complesso, fatto di studi, analisi, rapporti, nuovi disegni infrastrutturali a scala urbana e provinciale, accordi, piani attuativi e studi di fattibilità, oggi concluso e in attesa di una prossima adozione da parte del nuovo consiglio comunale.

Il PAT di Vicenza partecipa alla mostra perché selezionato dall’INU: è stato infatti riconosciuto come appartenente a una nuova generazione di piani urbanistici che in Italia stanno creando “isole sperimentali” di nuova pianificazione e di gestione creativa del territorio, pur in assenza di una legge urbanistica nazionale.

Ad Ancona, Vicenza si presenterà con alcune tavole che dimostreranno proprio la valenza innovativa del suo PAT su scala sovraurbana e urbana. Per quanto riguarda il rapporto con il territorio più vasto di cui è capoluogo, il ruolo strategico della città si giocherà in relazione a Pedemontana veneta, Valdastico sud e nord e Sistema ferroviario regionale. Su scala urbana, invece, il PAT si è concentrato soprattutto sulla nuova circonvallazione a nord, sugli ambiti periferici di Vicenza Est e Vicenza Ovest e sul progetto di un sistema innovativo di mobilità pubblica che partendo dalla direttrice Est-Ovest, tra i parcheggi di interscambio “Bassano” e “Ponte Alto”, passi per il comparto Stazione FS-Stazione - Alta Capacità, per poi puntare ad una diramazione fino a Porta Castello.

“Il congresso - dichiara Federico Oliva, presidente INU - è celebrativo del processo di trasformazione delle pianificazioni, avvenuto in Italia, per volontà di uomini – tecnici, politici, amministratori – che “dal basso” hanno operato innescando forme di buon governo del territorio, sintomatiche di un forte stato di vitalità, di operosità, di intelligenza propositiva, in opposizione al perdurante stato di anarchia, malgrado il raggelante immobilismo legislativo a livello centrale”.

La mostra di progetti, allestita all’interno della Mole Vanvitelliana di Ancona, lungi dall’essere una rassegna di casi è, secondo parametri di qualità e di efficacia operativa, frutto di una selezione di piani di ultima generazione che costellano il territorio nazionale. Il congresso, forte di questi positivi riscontri, si propone di dedicare una riflessione approfondita sulle tematiche concernenti il nuovo piano, attraverso la partecipazione di studiosi, esterni all’Istituto, che animeranno il dibattito e proporranno prospettive e visioni diverse. La formula prescelta, infatti, discende da una linea culturale aperta al confronto scientifico e all’arricchimento disciplinare, che può provenire da altre intelligenze e professionalità.

Cinque i temi cardine del congresso - piano strutturale, piano operativo, metropolizzazione e consumo di suolo, energia, paesaggio - su cui si ascolteranno oltre ai contributi del presidente Federico Oliva e del presidente onorario Giuseppe Campos Venuti, anche quelli di Carlo Alberto Barbieri, Fausto Curti,Stefano Pareglio, e Attilia Peano, che discuteranno con Luigi Mazza del Politecnico di Milano,Giuseppe Roma del Censis, Gianfranco Pavan dell’ ANCE,Gianni Silvestrini del Kyoto Club e Alberto Clementi dell’Università di Pescara.

Durante il congresso saranno avviate riflessioni teoriche e interpretative sulle potenzialità di sviluppo dei sistemi territoriali alla luce dei nuovi piani, richiedendo adeguati quadri strategici, sollecitando mirati sistemi strutturali, individuando pertinenti metodologie operative.

L’approccio proposto diviene, dunque, funzionale ad aprire un confronto sui possibili futuri delle città e dei territori, esplorando ipotetici paesaggi e scrutando nuovi scenari per l’economia, la società, la politica. Discutere del “nuovo piano” sarà l’occasione per esortare a seguire con sempre maggiore decisione e perseveranza le tracce della nuova urbanistica.

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