Città di Vicenza

06/03/2008

Balletto di Bejart al Comunale di Vicenza sabato 8 e domenica 9 marzo

Una doppia data nel calendario della XII edizione di Vicenza Danza per celebrare Maurice Béjart, il geniale e poliedrico coreografo, emblema e interprete coltissimo della danza contemporanea, scomparso a Losanna nel novembre scorso: Le presbytère n’a rien perdu de son charme, ni lejardin de son éclat del Béjart BalletLausanne sarà infatti in scena sul palcoscenico del Teatro Comunale Città di Vicenzasabato 8 marzo alle 21 e domenica 9 marzo alle 16 nell’ambito della stagione di danza della Fondazione Teatro Comunale, promossa in collaborazione con Arteven.

Gli spettacoli saranno preceduti dalla presentazione di  Silvia Poletti, critica e giornalista fiorentina, autrice di saggi sulla coreografia contemporanea, nel suo doppio “Incontro con la Danza” di sabato, alle 20, e domenica, alle 15, nel foyer superiore del teatro.

Entrambe le date sono già esaurite. Eventuali acquisti saranno possibili solo in caso di rinunce dell’ultima ora. Informazioni al botteghino del teatro (tel. 0444.324442) o all’agenzia Panta Rhei (tel. 0444.320217).

Le presbytère continua a sedurre il pubblico per la sua spettacolarità: le più famose canzoni dei Queen si intrecciano alla musica di Mozart, mentre le travolgenti danze d’insieme si alternano nei sensuali assoli maschili, con i danzatori che indossano i sontuosi costumi-abiti di Gianni Versace. Il balletto vuole incarnare la gioia e l’entusiasmo di due artisti scomparsi giovani: Freddie Mercury, il trasgressivo leader dei Queen che Béjart non ha mai conosciuto, e Jorge Donn, compagno e ballerino, anima del Ballet du XXème Siècle, morti entrambi di Aids alla stessa età. Ma non c’è nulla di sinistro nel coloratissimo balletto-rock dal titolo musicale e surrealista, senza nessun legame con il contenuto dello spettacolo («mi piaceva, ecco tutto»  sono parole di Béjart): ancora una volta l’ottimistica fede del grande demiurgo nella giovinezza e nella bellezza si innalza al di sopra della fragilità umana come un esaltante inno alla vita.

Accolto trionfalmente dalle platee di tutto il mondo, lo show fragoroso, dominato dall’estetica pop, mescola citazioni colte e motivi commerciali, musica classica e canzoni leggere, il neoclassicismo del balletto sulle punte e le ispirazioni contemporanee del gesto danzato. La scelta musicale che segna le quasi due ore di spettacolo è stata concepita da Béjart come la colonna sonora di un musical, con canzoni di successo che si susseguono in crescendo. L’effetto è ottenuto con le più celebri hit dei Queen - tra cui, nel finale, The Show Must Go On -  e con alcune fra le più famose melodie mozartiane.

La direzione artistica dello spettacolo, che ha debuttato a Parigi nel 1997,  è affidata a Gil Roman, interprete protagonista di molte creazioni per il Ballet du XXème Siècle, nominato direttore artistico del Béjart Ballet Lausanne – di cui è direttore aggiunto dal 1993 – dopo la scomparsa di Bèjart.

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