Città di Vicenza

15/03/2007

Philippe Leroy di scena allo Spazio Bixio

Philippe Leroy allo Spazio Bixio di Vicenza da giovedì 22 a domenica 25 marzo con il suo più recente spettacolo, «The LooKing-Glass» (Lo Specchio). In esclusiva per il Veneto, la città ospiterà dunque l'originale allestimento - scritto e diretto da Leonardo Petrillo e prodotto dalla vicentina Theama Teatro - nel quale il popolare interprete vestirà i panni di un attore esperto alle prese con un giovane allievo: tra i due, un confronto che andrà ben al di là dell'«insegnare» e dell'«apprendere» una parte, spingendosi fino a indagare le tensioni più intime dei due personaggi, la loro idea dell'«essere attore», il loro rapporto con il teatro e con la vita. Sulla scena, accanto a Leroy, Riccardo Floris nel ruolo dell'allievo ed Enzo Bentivegna in quello del tecnico.
Dopo il debutto con ottimo successo a Roma dello scorso anno, «The Looking-Glass» ha dato il via a una tournée su numerosi palcoscenici italiani. A Vicenza, per il Veneto, lo spettacolo approda in arrivo dalle Marche e in partenza per la Sardegna, dove è prevista l'ultima tappa, almeno per questa stagione.
L'appuntamento con Philippe Leroy è inserito nella prima edizione di «Teatro Elemento», rassegna - aperta anche al teatro alternativo e alle più diverse performances dalla prosa alla musica, alla danza - promossa e sostenuta dal Comune di Vicenza, con la direzione artistica e organizzativa di Theama Teatro.
Inizio alle 21. Lo Spazio Bixio (primo teatro off della città, 99 posti) si trova in via Mameli, 4 (angolo via Bixio), nella zona di San Felice. Nei pressi, ampia disponibilità di parcheggi. Biglietti a 10 euro, al botteghino da un'ora prima dello spettacolo. Informazioni e prevendita: Theama Teatro dalle 9 alle 13, in Stradella delle Barche, 7 a Vicenza (tel. 0444 322525 - in altri orari 339 6856102).

LO SPETTACOLO
Il testo - già vincitore del Premio Internazionale Ennio Flaiano nel 2003 - ci trasporta in un teatro nel quale un attore straniero incontra un giovane del Paese nel quale deve mettere in scena un proprio spettacolo, costruito attorno ad alcuni brani di William Shakespeare. Da qui la doppia chiave di lettura del titolo: «The LooKing-Glass» sta infatti ad indicare «lo specchio», quello nel quale ciascuno dei due personaggi sarà chiamato a riflettersi per "riflettere" su se stesso, e ciò mentre ognuno sarà lo specchio dell'altro, in un rapporto di amore-odio che li porterà a smascherare la propria "parte opaca"; ma quella "k" maiuscola, che fa affiorare dal titolo la parola "King" (cioè re, da Re Lear a Riccardo III), è un richiamo a Shakespeare e alla sua arte, alla quale lo spettacolo vuole rendere omaggio.
Lo scontro tra i due è nell'aria fin dalle prime battute. Il maestro torchia il giovane, lo provoca: «La tua sostanza è tenue - gli dice - non c'è energia, il pensiero la blocca: è per questo che le anime semplici sono dotate di grande energia». Quel che il maestro cerca di trasmettere all'allievo va ben oltre le regole della recitazione: egli cerca di attuare un vero e proprio «transfert», la trasmissione del suo pensiero, della sua coscienza, del suo modo di intendere il teatro e la vita, che per lui sono la stessa cosa. È questa la barriera che separa i due. Per il ragazzo il teatro è il palcoscenico, ma oltre, "fuori", c'è la vita, quella vera, che non è disposto a sacrificare: «C'è un confine tra la vita e l'arte - afferma il giovane - e bisogna scegliere. Maestro, tu hai perso tutto per questo tuo regno di fantasia. Come Re Lear hai scambiato l'apparenza con la sostanza».
Il giovane abbandona le prove. Il maestro prosegue da solo. Ma il giovane ritorna... Alla fine, una domanda rimane sospesa: deve esistere una mediazione o va attraversato il confine che separa vita e arte?

PHILIPPE LEROY, ATTORE
Una carriera di prestigio, 145 film all'attivo, una serie infinita di lavori per la televisione (fra tutti il suo memorabile Yanez in "Sandokan", 1976), soprattutto in Italia e in Francia, tanto teatro, con registi come Giorgio Strehler e Bob Wilson, Philippe Leroy, con la sua naturale simpatia e l'inconfondibile classe, ha attraversato brillantemente quarantacinque anni di spettacolo conquistandosi l'affetto del pubblico e la stima della critica.
Tornare sul palcoscenico con questo spettacolo sul "mestiere dell'attore" per lui - appassionato di paracadutismo (oltre che apprezzato scultore) - è stato un po' come lanciarsi da ottomila metri: una bella scarica di adrenalina, certo; ma sapendo di poterlo fare. Il suo commento a questa nuova avventura chiarisce il concetto: «Con "The LooKing-Glass" voglio azzerare la mia carriera, per rinascere».

LEONARDO PETRILLO, AUTORE e REGISTA
Personaggio poliedrico, di formazione ed esperienza estremamente diversificate, Leonardo Petrillo si definisce «attore, autore, regista, assistente sociale, giornalista pubblicista, animatore volontario al Bambin Gesù e subacqueo, perché credo che "specializzarsi sia come pulirsi un dente solo"». Nel suo invidiabile curriculum, molto teatro come attore, autore e regista, cinema (tra l'altro con Fellini e Bolognini), televisione, testi e docenze.
A proposito di questa sua opera, Petrillo spiega: «Mi sono fermato a riflettere sulla mia esperienza e su quella di tanti compagni di lavoro incontrati; i compromessi, i giochi di potere, gli inganni, i sogni, la fascinazione, le frustrazioni, la solitudine del mestiere dell'attore... Sono nati così i due protagonisti, l'allievo e il maestro (ciò che non sono più e ciò che non sono ancora o non sarò mai). Con "The LooKing-Glass" la mia "paura del teatro" si è fatta teatro».

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