Città di Vicenza

01/02/2007

Si inaugura il 3 febbraio la mostra di Gueri da Santomio:

"Gueri da Santomio: la poesia della luce e del colore" è il titolo della mostra organizzata dall'Assessorato alle Attività Culturali del Comune in collaborazione con l'associazione "Ex machina" per rendere omaggio a uno dei più significativi pittori vicentini, scomparso quindici anni fa. L'esposizione, curata da Victor Arellano Rey e allestita alla Chiesa dei SS. Ambrogio e Bellino (Contrà S. Ambrogio, 23) si inaugura sabato 3 alle 18 e sarà aperta al pubblico da domenica 4 febbraio sino a domenica 4 marzo (orario 10.30-13 e 15-19; ingresso libero). Informazioni ai numeri 0444.222114/326547. Catalogo disponibile in mostra.
Nato nel 1915 a San Tomio di Malo, Bortolo Grendene (questo il vero nome dell'autore), frequenta sin da giovanissimo la Scuola d'Arte e Mestieri di Vicenza. Dal 1937 al 1943 segue un corso di nudo all'Accademia di Brera, a Milano, e nel 1947 esordisce ufficialmente nel mondo dell'arte con una personale allestita a Vicenza
Negli anni '50 comincia a delinearsi la sua personalità artistica: Gueri si focalizza sul ritratto e sul paesaggio, reso con particolare attenzione agli effetti coloristici. Intanto inizia a farsi conoscere al di fuori dell'ambiente locale, esponendo a Portofino, Cortina d'Ampezzo, Ortisei e Roma, alla collettiva di via Margutta, e ottenendo importanti riscontri anche dalla critica, nonché da scrittori come Salvator Gotta.
Negli anni '60 la sua fama si consolida; durante suoi viaggi in giro per l'Italia o in Grecia realizza numerosi lavori, ma non dimentica la sua città alla quale dedica scorci indimenticabili: Piazza dei Signori, via Muschieria o gli argini dei fiumi sono gli ambienti dove meglio si esprime la sua cifra stilistica. Nell'81 apre una seconda Galleria in Corso Palladio (la prima, "La Marguttiana" era stata inaugurata nel '53); sul finire del decennio si dedica anche alla grafica, realizzando alcune litografie che riproducono soggetti di precedenti quadri a olio.
"Dagli "addetti ai lavori" era un po' snobbato", afferma il memorialista Walter Stefani nell'introduzione al catalogo, "perché essi ritenevano che i suoi dipinti di genere fossero ripetitivi, oleografici, troppo numerosi. Ma lui si difendeva dicendo che era la sua clientela che voleva così. Del resto non c'era angolo di Vicenza e della provincia che egli non avesse ritratto in tanti anni di attività, con la sola variante del mutare delle stagioni. E con quale maestria tecnica! Se Otello De Maria rappresentava il "pittore di Vicenza" per eccellenza, Gueri da Santomio rappresentava il pittore "popolare", in tutti i sensi."
Tragiche le circostanze della morte, avvenuta il 29 novembre 1991: il pittore muore nel suo studio a causa di un incendio sviluppatosi all'improvviso.
Influenzato dagli impressionisti e dai macchiaioli, Gueri da Santomio ha saputo raccontare la Vicenza più famosa e quella meno nota, la vivacità dei mercati così come la tranquillità di scorci nascosti. "L'esposizione, che si articola in una selezione di venti opere", sottolinea il curatore, Victor Arellano Rey, "prova a fermare nelle cronache della storia quotidiana lo spirito di un autore che svelò il mistero delle pennellate veloci, delle stesure "à plat", tanto ammirate da concittadini e stranieri. Non solo. Attraverso l'antologica dell'artista maladense si intende rispondere all'interesse e all'attenzione dimostrati da un vasto e affezionato pubblico di estimatori verso una serie di piccoli capolavori ancora de decifrare e da inserire a pieno titolo negli annali della storia vicentina e dei suoi personaggi, protagonisti a volte inconsapevoli."

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