Città di Vicenza

10/10/2006

Santa Corona "ritrovata": dopo cinquanta anni il complesso monumentale ritorna alla città

Santa Corona "ritrovata": potrebbe essere questo lo slogan che sintetizza la grande operazione di recupero che l'amministrazione comunale ha avviato, grazie al prezioso finanziamento della Fondazione Cariverona.
L'intervento è stato presentato questa mattina negli spazi stessi del restauro, dal sindaco di Vicenza Enrico Hüllweck e da uno dei progettisti, l'arch. Nicola Di Battista. Erano presenti anche il vescovo di Vicenza Cesare Nosiglia e il vicepresidente della Fondazione Cariverona Ambrogio Dalla Rovere.
L'obiettivo è restituire alla città nella sua interezza il monumentale complesso architettonico nato nel Duecento ad opera dell'ordine predicatore dei Domenicani. Uno splendore "dimenticato" o addirittura sconosciuto a gran parte dei vicentini, perché profondamente danneggiato dal bombardamento del 14 maggio del 1944 e mai completamente recuperato.
Il grande intervento di restauro sta infatti per interessare non solo il grandioso tempio con la reliquia della Santa Spina (definito un'antologia vivente dell'arte e dell'architettura veneta, con il prezioso altare maggiore, la palladiana Cappella Valmarana, le pale di Giovanni Bellini e Paolo Veronese e numerose altre opere d'arte), ma anche l'ex convento domenicano, che per secoli ha svolto un fondamentale ruolo culturale e politico nella città e che si articolava attorno a due chiostri: il quattrocentesco chiostro grande e il seicentesco chiostro minore, separati dall'antica biblioteca monastica, distrutta dal bombardamento.
L'unicum formato dalla chiesa e dall'ex convento, quest'ultimo completamente nascosto dalla cortina restaurata che si affaccia su contrà Santa Corona e che ospita il museo naturalistico e archeologico, sarà quindi oggetto di un intervento di recupero completo, che permetterà di mettere in sicurezza le strutture del tempio, ma anche di consegnare alla città un nuovo e suggestivo spazio.
In più, grazie all'intervento, il museo naturalistico e archeologico potrà godere di un allestimento più funzionale, con nuovi percorsi, nuove scale e nuovi locali a servizio della visita e della ricerca.
Il progetto definitivo del restauro è stato redatto dell'ingegner Claudio Modena di Verona, che nel 2004 era già stato chiamato a dirigere un primo e urgente intervento di consolidamento statico delle prime tre campate della chiesa di Santa Corona, e dall'architetto Nicola Di Battista di Roma, già vincitore di un concorso di idee sulla zona.
Questi gli obiettivi principali del progetto: il restauro, l'adeguamento funzionale e il consolidamento statico della chiesa di S. Corona nel suo complesso; la ricomposizione tipologico-funzionale dei due chiostri, con la ricostruzione della parte di ala orientale del complesso, distrutta dalla guerra; la ricostruzione filologica, cioè "com'era dov'era", dell'antica biblioteca domenicana posta a cavallo dei due chiostri; la sistemazione, l'adeguamento e il restauro di tutta l'area museale all'interno dei due chiostri ricomposti, con nuovi percorsi, scale e risalite meccaniche e un nuovo allestimento per il museo naturalistico e archeologico; la realizzazione di un unico polo tecnologico per l'insieme monumentale di S. Corona che comprende la chiesa e i due chiostri.
Il costo complessivo dell'intervento è di 23 milioni e 694 mila euro e sarà realizzato in tre stralci.
Il primo stralcio, di circa 8 milioni di euro, è già stato finanziato per la quasi totalità dalla Fondazione Cariverona, e prevede la sistemazione complessiva della chiesa. Il progetto esecutivo sta per essere concluso e a novembre potrà essere pubblicato il bando europeo per l'individuazione della ditta che realizzerà l'intervento.
I lavori del secondo stralcio, per un importo di circa 6 milioni e 800 mila euro, si concentreranno sull'ex convento, con la ricostruzione dell'ala est e della biblioteca domenicana.
Il terzo stralcio, per 8 milioni e 778 mila euro, prevede la costruzione del polo tecnologico unico e la riqualificazione del museo naturalistico e archeologico.

PRIMO STRALCIO: LA CHIESA
Dal tetto alle fondamenta, la chiesa di Santa Corona sarà completamente restaurata, per assicurarle adeguamento funzionale, consolidamento statico e miglioramento sismico, secondo le urgenze individuate anche durante il restauro parziale del 2004. In particolare, sarà completamente revisionata e impermeabilizzata la copertura, danneggiata da infiltrazioni d'acqua, che nel tempo hanno marcito il legno di travi e capriate, da sostituire con analoghe essenze; particolari tiranti e tre cerchiature del campanile miglioreranno la staticità del complesso, anche in caso di terremoto; il solaio ligneo che sostiene il mantice dell'organo sarà rinforzato, mentre per tutte le murature è previsto un completo risanamento mediante l'applicazione delle tradizionali tecniche di intervento.
Il colore delle murature interno tornerà ad essere l'originario: rosso mattone con rigature bianche, per simulare la tessitura a mattoni, in corrispondenza delle costolature, delle cornici degli archi e delle lesene, alternato a tinteggiatura di fondo giallo paglierino per le vele delle volte e le pareti laterali, secondo quanto concordato con la Soprintendenza e in accordo con la relazione storica del professor Franco Barbieri.
Una volta ultimati gli interventi sulle superfici interne della chiesa, è previsto il restauro degli altari e delle sculture che si trovano all'interno e all'esterno della chiesa.
Saranno inoltre adeguati l'impianto elettrico e di illuminazione della chiesa, della Sala del Capitolo e di tutti i locali di servizio, mentre l'impianto idro-termo-sanitario dell'intero complesso sarà completamente rifatto. Il nuovo sistema di riscaldamento sarà a pavimento e interesserà le navate della chiesa, la cripta, la Sala del Capitolo, la sacrestia e i locali di servizio.
Infine, per migliorare l'utilizzo della chiesa anche in occasione di concerti e di eventi culturali, saranno ricavati dei servizi igienici per il pubblico e per i concertisti nel locale vicino allo scalone in pietra che conduce all'abside della chiesa.

SECONDO E TERZO STRALCIO: IL CONVENTO
(biblioteca domenicana, chiostri, museo)
Il secondo stralcio, per circa 6 milioni e 800 mila euro, riguarderà l'ex convento, con la ricostruzione dell'ala est e della biblioteca domenicana. Con il terzo stralcio, per 8 milioni e 778 mila euro, si costruirà un polo tecnologico unico e saranno riqualificati i musei naturalistico e archeologico.
La ricostruzione dell'ex biblioteca domenicana "com'era e dov'era" restituisce a Vicenza un mirabile monumento rinascimentale, uno tra i pochi in città testimone di questo periodo. Non solo: si potrà ammirare una biblioteca che rappresenta un'eccezione per forma e proporzioni, e quindi un unicum rispetto alla tipologia della biblioteca domenicana. Difatti l'impianto tipologico-formale classico tripartito delle biblioteche domenicane, a Vicenza viene deformato e adattato alle proporzioni delle parti del convento esistente.
La ricostruzione filologica dello spazio potrà avvenire grazie ad approfondite ricerche d'archivio che hanno permesso di rintracciare disegni ottocenteschi di progetto e di rilievo molto precisi, in pianta e in sezione. Per determinare poi la sua esatta posizione, ci si baserà sui ruderi ancora "in situ" e soprattutto sull'impronta della biblioteca, ancora individuabile in alzato e in pianta. Queste impronte, con le due semicolonne appoggiate ancora al muro e con la precisa sagoma dell'attacco delle volte, consentiranno di riedificare esattamente la forma dell'antica biblioteca.
Per quanto riguarda i reperti lapidei ancora esistenti, essi sono stati ordinati in uno spazio coperto dell'ex convento.
Al termine dell'intervento, la città potrà contare su 400 metri quadrati di nuovi spazi espositivi, che andranno ad affiancare quelli già a disposizione nelle sedi del museo, opportunamente restaurate nell'ambito del terzo stralcio. L'ultima fase dei restauri, nel dettaglio, prevede l'eliminazione di tutti gli elementi che contrastano con il carattere del manufatto, la demolizione delle attuali scale di risalita ai piani superiori, la realizzazione di un capiente foyer capace di caratterizzare l'inizio della visita. La nuova scala sarà realizzata sull'asse della ricostruita biblioteca, vero fulcro di tutto l'insieme per la sua posizione centrale.
I nuovi spazi espositivi, percorribili in sequenza continua su due livelli, risponderanno alle diverse esigenze dei due musei archeologico al piano terra e naturalistico al piano primo. Agli spazi dedicati all'esposizione permanente si aggiungeranno aree di sosta, di documentazione, di restauro delle opere, di accoglienza, di informazione e di orientamento. Sono previsti anche spazi per le attività didattiche e per la consultazione multimediale.
Il progetto, infine, prevede la realizzazione di un unico polo tecnologico a servizio dell'intero complesso, cioè della chiesa e di tutta l'area del convento.

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