Città di Vicenza

19/09/2006

Spettacoli classici all'Olimpico: debutta la Fedra di Racine

Debutta giovedì 21 settembre, al Teatro Olimpico, Fedra di Jean Racine, per la regia di Walter Pagliaro, primo allestimento che apre la terna di titoli più squisitamente teatrali del 59° Ciclo di Spettacoli Classici, diretto da Luca De Fusco, promosso dal Comune di Vicenza e dal Teatro Stabile del Veneto con il sostegno della Fondazione Cariverona.

Rappresentato l'ultima volta all'Olimpico nel lontano 1956, il testo racininano torna davanti al pubblico vicentino nella traduzione di Giuseppe Ungaretti, con Micaela Esdra nei panni della protagonista. Al suo fianco Attilio Fabiano (Teseo), Diego Florio (Ippolito), Roberta Caronia (Aricia), Marina Zanchi (Enone), Massimo Reale (Teramene), Lidia Giordano (Ismene) e Maria Alberta Navello (Panope). Le scene e i costumi sono di Luigi Perego, le musiche di Paolo Terni, il maestro di arti marziali è Alessandro Parapetti.

Prodotto dall'Associazione Culturale Gianni Santuccio, lo spettacolo, dopo la prima di giovedì 21, replicherà sino a sabato 23 settembre, sempre alle 21.

I biglietti sono disponibili in prevendita al botteghino del Teatro Olimpico, oppure chiamando il numero a pagamento 899 666 805 o infine collegandosi al sito www.vivaticket.it. L'acquisto tramite call center e sito internet è possibile fino a 24 ore prima dello spettacolo. I tagliandi, il cui prezzo varia dai 9 ai 23 euro, se non esauriti in prevendita, saranno disponibili anche al botteghino dalle 20.30 della sera di spettacolo.

La protagonista della tragedia, scritta nel 1677, è la seconda moglie di Teseo che è scomparso durante un viaggio. Fedra si confessa alla nutrice Enone dicendole di amare il figliastro Ippolito. Nel frattempo viene annunciata la morte di Teseo. Convinta che il suo amore non sia più colpevole, Fedra svela la sua passione a Ippolito che si indigna. Teseo intanto ritorna incolume. Per salvare Fedra, Enone accusa di amore incestuoso Ippolito che viene maledetto e scacciato dal padre. Fedra è sconvolta, vorrebbe confessare a Teseo la verità. La notizia che Ippolito ama, riamato, la principessa Aricia, provoca in lei una violenta gelosia. Aricia lascia intendere a Teseo che Ippolito è innocente, ma Teseo è turbato: apprende che Enone si è uccisa buttandosi in mare e che Fedra vuole morire. Supplica Nettuno di non voler tenere conto della maledizione lanciata contro il figlio, ma è troppo tardi: atterriti da un mostro marino, i cavalli di Ippolito si sono imbizzarriti e Ippolito è morto. Fedra confessa la verità e si uccide. "Il peso della colpa schiaccia i protagonisti", afferma il regista, "perché gli dei, come ci ha insegnato Euripide, non danno scampo agli uomini e la nostra esistenza, come ci spiega Teraméne, altro non è che un processo graduale in cui giorno dopo giorno si fa strada l'idea della tragica condizione dell'essere umano sotto il potere ingiusto degli dei."

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