Città di Vicenza

16/06/2006

La scultura di D'Agostini al LAMeC

Dal 17 giugno al 27 agosto le sale del LAMeC al pianoterra della Basilica Palladiana in Piazza dei Signori, a Vicenza, ospitano la mostra "Maurizio D'Agostini. Immaginazione, materia e sentimento" promossa dall'Assessorato alle Attività Culturali del Comune di Vicenza e dall'Associazione Artigiani della provincia con il patrocinio della Regione Veneto e la collaborazione di Banca del Centroveneto Credito Cooperativo di Longare, Estel e Calgaro.
Si tratta di un affascinante percorso attraverso le opere di uno dei più interessanti scultori e incisori vicentini contemporanei. Apertura al pubblico dal martedì al venerdì, dalle 10.30 alle 13 e dalle 15 alle 19, il sabato e la domenica dalle 10.30 alle 13 e dalle 15 alle 22. L'ingresso è libero.
L'inaugurazione ufficiale è in programma venerdì 16 giugno, alle ore 18, alla Sala degli Stucchi di Palazzo Trissino con interventi, tra gli altri, di Beatrice Buscaroli, che in un passo del suo saggio critico affidato al catalogo della mostra rileva: «Le sculture di D'Agostini sembrano incredibilmente essere nate fuori da questo tempo, prima della politica, prima della televisione, prima del degrado che siamo costretti a guardare senza poter far nulla. A noi va benissimo così. Saliamo sul veliero del "Navigatore solitario", ascoltiamo rapiti il "Suonatore del vento", stiamo in attesa di fronte alla "Regina", felici che oggi possa esistere ancora un immaginario così, in cui l'individuo, l'artista, è in grado di sovvertire la realtà. Bastandosi».

Biografia dell'artista
Nato a Vicenza nel 1946, Maurizio D'Agostini a quattordici anni abbandona gli studi per frequentare corsi d'incisione, sbalzo e disegno alla Scuola d'Arte e Mestieri di Vicenza, apprendendo i rudimenti della decorazione per l'oreficeria e approfondendo in particolare il disegno ornato. Di seguito svolge il suo apprendistato di incisore-cesellatore nelle botteghe dei maestri artigiani della tradizione vicentina, perfezionando la tecnica dell'incisione a bulino. Nel 1967-1968 torna alla Scuola d'Arte e Mestieri per frequentare i corsi di pittura tenuti da Otello De Maria, allargando così i suoi interessi oltre l'arte orafa.
D'Agostini apre il suo primo laboratorio d'incisione e cesello nel 1969: lì può continuare la propria ricerca fino ad approdare al mondo della calcografia. Incide a bulino numerose lastre d'argento e, con una serie di calcografie prodotte a tiratura limitata dalla Stamperia d'Arte Busato di Vicenza, riscuote i primi successi tra i collezionisti della città.
La sua prima personale è del 1978, quando lo Studio Pozzan di Vicenza decide di raccogliere le opere dei primi dieci anni di attività dell'artista tra incisioni su argento e calcografie che mettono in luce come il bulino sia diventato la sua cifra espressiva. Di lì a poco D'Agostini realizza le prime sculture: piccoli sassi scolpiti accompagnano le contemporanee ricerche sulla modellazione della terracotta. Dal 1969 al 1975 la vita artistica di D'Agostini si svolge anche in teatro, tra le fila degli Istrioni di Otello Cazzola. Seguono poi gli anni dell'insegnamento nella "sua" Scuola d'Arte e Mestieri, quindi le sempre più numerose mostre personali e collettive.
Nell'82 D'Agostini viaggia attraverso gli Stati Uniti, un'esperienza che apre una felice stagione creativa e che porta alle sue opere piena forza. Due anni dopo l'artista espone ad Annecy, su invito dello scrittore Lèo Gantelet, una "prima" cui seguiranno altre esposizioni in numerose città francesi e svizzere, nonché numerose opere per eventi e manifestazioni di rilievo internazionale e collaborazioni per il teatro. Dal 1988 inizia un sodalizio artistico con Carlo Moretti, architetto milanese. L'attenzione pian piano si sposta quindi verso le sculture di grandi dimensioni, esperienze sostenute dalla Futura Progetti di Vicenza, promotrice di opere che sappiano unire architettura e scultura. Gli anni 1991-1997 sono estremamente produttivi: nascono anche le sculture monumentali su commissione realizzate in pietra dei Colli Berici.
Il 1994 è l'anno che D'Agostini consacra ai Sassi del Brenta. Dei cento ciottoli che scolpisce, cinquanta vengono realizzati nell'atelier di Honfleur, in Normandia. Le piccole opere gli vengono commissionate da Giuseppe Calgaro, presidente della Balestra, antica e rinomata azienda orafa di Bassano del Grappa. I Sassi verranno immortalati ne L'oro del Brenta, volume trilingue con testi di Luca Goldoni e foto di Fabio Santagiuliana.
Seguono poi gli anni delle mostre più importanti - non solo a Vicenza e nel resto d'Italia ma soprattutto in Francia, ormai paese d'adozione dell'artista vicentino - e la realizzazione di trenta pastelli che interpretano altrettante poesie di Lèo Gantelet, che poi diventeranno anche un libro e uno spettacolo.
Dal 2000 al 2004 prendono forma dall'argilla sculture come ulteriore espressione del confronto dialettico tra spirito e materia, e una nuova fase creativa contraddistinta dalla pittura con olio e acrilici.
Di rilievo è la personale allestita nel 2002 a Padova, parte nel Palazzo Antico Ghetto e parte nel Chiostro del Beato Luca Belludi, all'interno della Basilica di S. Antonio; nello stesso anno l'artista è incaricato di eseguire i bronzetti destinati ai vincitori del Premio annuale della Cultura della Provincia di Padova.
Oggi Maurizio D'Agostini vive nella sua casa-atelier alle pendici dei Colli Berici, a Costozza, dove continua la sua ricerca.

ATTENZIONE: La notizia si riferisce alla data di pubblicazione indicata in alto. Le informazioni contenute possono pertanto subire variazioni nel tempo, non registrate in questa pagina, ma in comunicazioni successive.