Città di Vicenza

03/04/2006

Le incisioni di Giulio Carpioni in mostra all'Odeo del Teatro Olimpico

A partire dal successo della mostra di Roma nell'ambito delle celebrazioni del 60°Anniversario UNESCO, Giulio Carpioni e la sua opera incisoria sbarcano a Vicenza, nell'Odeo del Teatro Olimpico in una mostra curata dalla storica dell'arte Federica Morello e intitolata "Giulio Carpioni. Il segno che diventa estasi".

L'evento, organizzato dal Comune di Vicenza con il patrocinio dell'Unesco e della Regione del Veneto in collaborazione con Aim e Associazione industriali della Provincia di Vicenza- sezione costruttori edili è stato realizzato attraverso una paziente ricerca del materiale incisorio che costituisce l'opus dell'artista seicentesco veneziano naturalizzato vicentino.
Ma lo scrupolo scientifico con cui è stata realizzata la proposta culturale farà conoscere attraverso un ricco catalogo alcune importanti novità documentarie e di comparazione stilistica.
"I nuovi elementi critici riguardano la probabile data di esecuzione dell'incisione San Nicola da Tolentino affida la città di Vicenza alla Madonna Assunta, opera recentemente scoperta e pubblicata proprio in occasione della mostra romana dello scorso novembre" annuncia la Morello.
Nel medaglione sferico al centro della composizione, in cui un Carpioni giovane e a quanto pare inesperto riproduce al contrario la Piazza dei Signori di Vicenza, non poteva sfuggire un particolare importante. Manca infatti la seconda colonna che separa appunto la Piazza dei Signori da Piazza Biade.
"Questo significa- spiega la curatrice- che nel momento in cui Carpioni esegue la sua opera su commissione della Confraternita di San Nicola da Tolentino la seconda colonna, quella detta del Redentore realizzata dal Pizzocaro nel 1640, non c'era ancora. Facile concludere che l'incisione del Carpioni venne eseguita prima del 1640, ovvero prima di qualsiasi altra opera documentata e datata del maestro. Molto probabile- continua Federica Morello, che ha scoperto e studiato l'incisione- che l'opera sia stata eseguita tra il 1631 e il 1632 quando già gli effetti devastanti della peste si erano placati, rimanendo però ancor vivo il ricordo dolorosissimo di questo evento e della grazia ricevuta dalla Madonna attraverso il voto della Confraternita vicentina".
Un Carpioni giovinetto, poco più che diciottenne, che probabilmente non aveva seguito il suo maestro, il Padovanino nella trasferta a Bergamo negli anni della peste. La Morello si sente pertanto, sulla base di una serie di valutazioni motivate nel catalogo della mostra, di escludere i viaggi giovanile del Carpioni, ipotizzate dalla critica del Novecento. Ma altre sorprese dovrebbero riservare alcuni paragoni che la studiosa avanza. Si tratta di alcune figure di oranti raffigurate nell'incisone che tradirebbero evidenti influssi cinquecenteschi: figure per le quali l'artista si sarebbe ispirato alle dame affrescate dal Fasolo sulle parti del salone di Villa Caldogno. Un legame dunque che avverte di insospettati possibili protezioni giovanili ottenute dall'artista dalla nobiltà vicentina.
"L'estro, la bizzarria, la versatilità di Giulio Carpioni non sono frutto di viaggi come si ipotizzava- insiste la Morello- ma di acuto e precoce spirito di osservazione. E in questo solo il veicolo delle incisioni poteva fare da tramite. Perciò è utile studiare l'opera del Carpioni non solo pittorica, ma anche incisoria, che è la chiave per capire il sottofondo culturale in cui si muoveva il pittore, le sue frequentazioni, le sue conoscenze in Vicenza.
E Vicenza certo non è stata la sua patria adottiva: vero è che con questa scoperta dimostriamo che Carpioni era in Vicenza già operante all'età di 18 anni con uno stile e una invenzione che nulla avevano da invidiare al suo maestro".
Con questa esposizione di grafica che viene inaugurata oggi 31 marzo e che resterà aperta fino al 25 aprile con ingresso libero la città festeggia il 10 anniversario di "Vicenza città Unesco". Orario: dalle 9 alle 16,45, da martedì a domenica.

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