Città di Vicenza

24/02/2006

Presentata la Stagione dell'Orchestra del teatro Olimpico e il concerto di New York

Per il Suono dell'Olimpico anche quest'anno
due protagonisti d'eccezione:
Mozart, per celebrarne il 250° anniversario della nascita,
e Brahms

Nell'anno delle celebrazioni per il duecentocinquantesimo della nascita di Wolfgang Amadeus Mozart, giunge in dirittura d'arrivo il progetto triennale a lui dedicato, promosso dall'Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza, in collaborazione con l'Assessorato alle attività culturali del Comune. Partito nel 2004, il progetto ha visto, prima la rivisitazione del primo periodo del genio salisburghese, nel 2005 il periodo della maturità - gli anni dal 1781 al 1786 - e, quest'anno, l'attenzione sarà rivolta all'ultimo periodo. Il più atteso anniversario in campo musicale verrà dunque festeggiato, nel corso del 2006, con varie iniziative.
In particolare, il Suono dell'Olimpico, la rassegna punto di forza della Oto, che si svolge tra aprile e giugno (Teatro Olimpico ore 21), vedrà due dei sei appuntamenti dedicati al grande maestro. La formula è la stessa dello scorso anno: per ogni serata, un Concerto e una Sinfonia.
Nei Concerti mozartiani il solista diviene autentico protagonista, dialogando o addirittura contrapponendosi all'orchestra e non ricoprendo più un ruolo semplicemente concertante o, addirittura, in taluni casi, subalterno rispetto a essa. Come innovò il concerto, così Mozart trasformò radicalmente anche la struttura della Sinfonia rispetto al modello classico di Haydn.
Venendo alle serate, il 26 aprile, saranno eseguiti il Concerto per pianoforte n. 27 K 595, ultimo capolavoro del compositore, scritto nel 1791, anno della sua morte, e la bellissima Sinfonia n. 40 K 550, che anticipa gli stili successivi sia dal punto di vista della forma che del carattere e per questo fu la più ammirata dai critici del XIX secolo. La Oto si avvarrà della direzione di F. Medina e del solista J. M. Luisada.
Il 24 giugno, appuntamento finale della rassegna, sempre la Oto, con direttore P. Barbado e solista D. Han, eseguirà il Concerto per pianoforte n. 26 K 537 Krönungskonzert (Concerto dell'inaugurazione: il titolo fa riferimento all'esecuzione a Francoforte nel 1790, in occasione dei festeggiamenti per l'incoronazione di Leopold II), penultimo dei suoi Concerti, scritto nel 1788, e la Sinfonia n. 41 K 551 "Jupiter", simbolo di puro classicismo, che dimostra ancora una volta la grande abilità di Mozart nel saper "piegare" l'organico strumentale ai suoi bisogni per ottenere colori particolari, che riflettono altrettanto particolari stati d'animo. Fu l'ultima sinfonia che scrisse.
Gli altri quattro concerti del Suono, i "sinfonici", sono dedicati a Johannes Brahms. Così anche quest'anno l'appuntamento di fine primavera presenta due filoni, come voluto dal direttore artistico Giancarlo De Lorenzo. «L'importanza che a Vicenza si abbia la percezione di un'orchestra sinfonica - ha detto -, capace di affrontare tutti i repertori romantici e post-romantici, è condizione fondamentale per la crescita di questa compagine e, ci si augura, di un suo impegno costante nel teatro di prossimo completamento».
Grazie alla collaborazione con l'Assessorato alle attività culturali, è stato possibile invitare, nella più bella cornice della città, personalità del calibro di Misha Maisky, Pierre Amoyal, Brigitte Engerer.
Brahms, quindi, nella sua espressione massima: tre delle quattro Sinfonie, la seconda (22 aprile), la terza (13 maggio) e la quarta (18 giugno). Brahms anche nel Concerto per pianoforte n. 1 op. 15 (22 aprile), e in quel capolavoro che è il Concerto per violino (18 giugno). All'epoca di Brahms la forma sinfonica era in crisi; lui tentò di rivitalizzarla cercando di scavare a fondo nelle sue possibilità costruttive, di esplorare i suoi limiti e la sua elasticità, di contenere entro gli argini di una forma le inquietudini della sua opera. Sulla base di questo, nacque il lavoro delle quattro Sinfonie, scritte nell'arco di un decennio; sono un tentativo di riflettere sui sentimenti e sul linguaggio del presente. La Seconda Sinfonia in re maggiore (1877) ebbe una gestazione piuttosto rapida. Per le sue atmosfere venne subito definita la Pastorale del musicista amburghese. Il clima bucolico brahmsiano appare sempre accompagnato da una tensione lirica tutta interiore, che rende palpitanti i suoi temi anche nei momenti più distesi e pacati. La terza (eseguita a Vienna nel 1883), denominata Eroica, si impone per la strepitosa bellezza dei suoi temi e la generosità del flusso melodico, forse meno per il supremo rigore e l'efficacia dei suoi sviluppi. La quarta (1885) è l'autentico capolavoro sinfonico di Brahms e anche l'ultima sinfonia da lui composta.
Assai tormentata fu la genesi del Concerto per pianoforte n. 1 che, sebbene ora sia uno dei più amati in assoluto e dei più eseguiti, al suo debutto (fu eseguito pubblicamente per la prima volta nel 1859, con lo stesso Brahms al pianoforte) fu accolto freddamente sia dal pubblico che dalla critica. Ciò che disorientava era il prorompente romanticismo della composizione, la sua irruenza che si trasformava all'improvviso in lirico intimismo, introverso e meditativo. Il più classico dei Concerti del compositore amburghese, quello per violino, nacque nell'estate del 1878 in un villaggio della Carinzia, dove il compositore soleva trascorrere le vacanze. L'opera è caratterizzata da una melodia esuberante e da una limpida amabilità di tono, fino a che un "vigore rusticano" si impadronisce del finale.
Il 5 maggio, graditissima ospite della Oto sarà l'Orchestra dei pomeriggi musicali di Milano. Si tratta di una compagine musicale nata nell'immediato secondo dopoguerra in una Milano tutta presa dal fervore della ricostruzione. Oggi conta uno straordinario repertorio che include i più grandi capolavori del Barocco, del Classicismo e, allo stesso tempo, molta musica moderna e contempornea.

Il 4 marzo l'Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza
di nuovo nella Grande Mela

Il 4 marzo l'Orchestra del Teatro Olimpico, dopo la positiva esperienza al Barge Music, la suggestiva chiatta trasformata in sala d'ascolto, situata dietro al ponte di Brooklyn a New York, sarà di nuovo nella Grande Mela. Assieme all'eccellente pianista Nazzareno Carusi, i ventidue orchestrali, guidati dal proprio direttore artistico e principale Giancarlo De Lorenzo, suoneranno nella Joan and Sanford I. Weill Recital Hall della prestigiosa Carnegie Hall, tempio sacro della musica classica.
«E' probabile che questa la storia di questa sala si intrecci con quella del nostro Paese», disse Andrew Carnegie nel 1890, mentre posava la prima pietra dell'edificio che sarebbe diventato la Carnegie Hall. Le sue parole si avverarono. In venticinque anni la Carnegie Hall divenne uno dei più importanti palcoscenici del mondo, non solo per la grande musica, ma anche per il teatro e la danza. In questa straordinaria sede concertistica sono passati artisti quali Ysaye, Rubinstein, Saint Saens, Toscanini.
A New York la Oto renderà omaggio a Wolfgang Amadeus Mozart, nel 250° anniversario della nascita, eseguendo la Sinfonia K 201 n. 29 in la maggiore (1774) e il Concerto per pianoforte K 271 "Jeunehomme".
La Sinfonia K 201 rappresenta il culmine dello stile "italo-viennese", sfarzosamente melodiosa, ricca di idee e con la tessitura ispessita dal gioco delle imitazioni tra una parte e l'altra.
Il Concerto per pianoforte K 271 fu composto nel 1777 a Salisburgo per la giovane pianista francese mademoiselle Jeunehomme, che nella città natale di Mozart era stata in tournée l'anno precedente. Definito l'Eroica di Mozart, il concerto è celebre per la melodia che anticipa l'arietta di Cherubino Voi che sapete ne Le nozze di Figaro e per la struttura compositiva che presenta un dialogo immediato tra piano e orchestra.

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