Città di Vicenza

21/12/2005

Oratorio di Natale di Bach venerdì a Santa Corona

Il fitto programma di eventi musicali del periodo natalizio si arricchisce, venerdì 23, di un nuovo tassello. Il Tempio di Santa Corona ospita infatti, alle 20.30, il Coro "Pueri Cantores" e l'orchestra "I musicali affetti", con Fabio Missaggia violino di concerto, per l'esecuzione del celebre Oratorio di Natale BWV 248 di Johann Sebastian Bach. Il concerto, a ingresso libero, è realizzato in collaborazione con l'Assessorato alle Attività Culturali del Comune e sarà diretto da Roberto Fioretto. La serata rappresenta anche l'ultimo appuntamento dei festeggiamenti per il ventennale di attività dei "Pueri Cantores", più volte protagonisti in questo 2005 di tournée all'estero e di importanti collaborazioni con l'Orchestra "Giuseppe Verdi" di Milano. Nel mese di gennaio l'ensemble sarà impegnato per un mese in Spagna nella rappresentazione di A Midsummer Night's Dream di Benjamin Britten, per la regia di Pierluigi Pizzi, in cartellone al Teatro Real di Madrid.

È stato lo stesso Bach a dare il titolo di Oratorio a questa sua composizione celebrativa della Natività. Il titolo si può leggere sia nella partitura originale, sia nel libretto che fu allora stampato per consentire alla comunità di fedeli di Lipsia presente all'esecuzione di seguire meglio il testo cantato. Con questo titolo Bach indicava chiaramente il carattere unitario dell'opera, strutturata appunto come una "rappresentazione musicale di una storia sacra" secondo la definizione che del genere dell'oratorio aveva dato Johann Gottfried Walther nel suo Musicalisches Lexicon del 1732. La storia sacra è costituita qui dai racconti che gli evangelisti Luca e Matteo fanno della Natività e degli eventi che seguirono, fino all'adorazione dei Magi. Ma d'altra parte è anche vero che Bach fece eseguire in giorni diversi le sei singole parti dell'Oratorio, ognuna delle quali costituì la "musica principale" nelle funzioni religiose delle festività natalizie, dal primo giorno di Natale fino all'Epifania. Ciò significa che ogni parte dell'Oratorio assumeva nell'ufficio liturgico quella medesima funzione che altrimenti avevano le cantate. L'articolazione d'un oratorio di soggetto unitario in diverse sezioni musicali da eseguire separatamente non era un procedimento nuovo a quei tempi e forse Bach aveva conosciuto alcuni esempi in tal senso nei primi anni della sua attività.
La composizione fu realizzata per le festività natalizie dell'anno liturgico 1734-35. In essa ritroviamo in linea di massima un'identica articolazione del testo cantato nei tre livelli: verso biblico, corale, poesia di libera invenzione. E a tale articolazione fa riscontro una grande ricchezza di forme musicali, pure paragonabile a quella delle grandi Passioni.
Ma i passi relativi alla Natività, sui quali si basa il testo dell'Oratorio di Natale, si differenziano dai racconti evangelici della Passione in un punto che si rivela significativo anche per quanto riguarda la trasposizione musicale: l'elemento drammatico, rappresentato dal dialogo tra singoli personaggi e gruppi di persone. Tale elemento, che è di grande importanza nelle Passioni di Bach, è presente solo a tratti nella storia della Natività. Così nell'Oratorio di Natale i brani riflessivi e di commento passano in primo piano. Dei sei episodi in discorso diretto solo tre sono elaborati nel senso d'una distribuzione quasi "drammatica" dei ruoli: il canto di lode delle legioni celesti, il coro dei pastori e le parole di Erode ai Magi.

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