Città di Vicenza

14/06/2005

Spettacolo teatrale La Buona Novella

Domenica 19 giugno in circoscrizione 3

La circoscrizione 3, in collaborazione con l'assessorato alle attività culturali del Comune, organizza per domenica 19 giugno alle ore 21 lo spettacolo teatrale "La buona novella" di Fabrizio De Andrè. Lo spettacolo, che si terrà presso il parco di Villa Tacchi in viale della Pace 91, vede la partecipazione del Coro e Orchestra di Vicenza diretto da Giuliano Fracasso.
Interpreti saranno Walter Bottazzi, Thierry Parmentier e Anna Zago. La regia è di Anna Zago e Thierry Parmentier, che ha curato anche le coreografie e i costumi. L'ingresso allo spettacolo, presentato il 17 aprile scorso al teatro Astra, è libero.
"La buona novella" viene presentata in versione integrale, su arrangiamenti dello stesso maestro Fracasso, e vede coinvolte personalità molte diverse: Anna Zago nel ruolo di attrice di notevole energia e personalità, Parmentier danzatore raffinato e affascinante e Bottazzi componente con Fracasso del gruppo storico vicentino degli anni Settanta " Apostholi"; al Coro e Orchestra di Vicenza si affiancano inoltre alcuni musicisti del gruppo rock "Terzo Capitolo", che spesso accompagna il coro nel repertorio di commistione classico/rock.
L'opera nasce da una ricerca sugli apocrifi, i vangeli "non ufficiali" su Maria, Giuseppe, l'infanzia di Gesù e la storia di Erode e Pilato; nella narrazione che accentua la natura umana dei protagonisti filtra l'ironia dell'uomo alla ricerca della fede e che la fede non trova.
La buona novella è il grado più alto di una illusione che sfocia nella disillusione e nella sfiducia. Pur cominciando con una favola, "c'era una volta", che fa presagire un lieto fine, pian piano De Andrè distrugge tutto ciò che ha costruito, con la convinzione che la morte debba accadere comunque. Ciò che rimane a consolazione è l'ultimo verso del testamento di Tito: "ama il prossimo tuo".
La storia finisce con la morte perché la morte è la fine della realtà, mentre la resurrezione sembra ancora leggenda e secondo De Andrè toglierebbe forza a quell'uomo che l'autore considera il più grande rivoluzionario della storia.
De Andrè usa i vangeli apocrifi come fonte per il suo lavoro: l'infanzia di Maria ha dei precisi riferimenti storici, e così anche il viaggio di Giuseppe e l'annuncio dell'angelo. Così i turbamenti di Maria, le parole delle tre madri, la via crucis e soprattutto il testamento di Tito nascono dalla fantasia di De Andrè per costruire una storia che termina con una lode all'uomo.

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