Città di Vicenza

16/12/2004

Auguri di Natale con Mozart

Orchestra del teatro Olimpico e Schola SAn Rocco

AUGURI DI NATALE CON MOZART:
L'ORCHESTRA DEL TEATRO OLIMPICO E LA SCHOLA SAN ROCCO IN CONCERTO A SAN FELICE DOMENICA 19


Domenica 19, alle 21, torna l'appuntamento con il tradizionale concerto di Natale dell'Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza. La Chiesa dei SS. Felice e Fortunato farà da scenario a un programma tutto mozartiano (la Sinfonia n. 25 in sol min. K183 e la Messa dell'Incoronazione in do magg. per soli, coro e orchestra) che vedrà a fianco della formazione cittadina il coro della Schola San Rocco, istruito da Francesco Erle, e i solisti Lia Serafini (soprano), Ornella Silvestri (contralto), Enrico Paro (tenore), Walter Testolin (basso). Dirige Giancarlo De Lorenzo. La serata, a ingresso libero, è promossa in collaborazione con l'Assessorato alle Attività Culturali del Comune, la Circoscrizione n. 6 e AIM. La Sinfonia n. 25 segna una svolta decisa rispetto alle sinfonie mozartiane precedenti, per lo più legate ai modi dell'ouverture all'italiana. Scritta a Salisburgo nel 1773, risente delle esperienze maturate nel soggiorno viennese, in particolare della conoscenza di alcune sinfonie di Haydn, caratterizzate da una certa inquietudine tipica dello Sturm und Drang. Anche la struttura in quattro tempi è tipica del grande sinfonismo viennese, così come l'intenzione patetica, evidente nell'inusuale scelta della tonalità minore, ripresa solamente, anni dopo, con la più famosa Sinfonia K550.
Ultimata nel marzo del 1779, la Messa dell'Incoronazione (Krönungsmesse) è forse la più conosciuta delle sedici messe salisburghesi di Mozart. Venne composta per la celebrazione della quinta domenica dopo Pentecoste nel santuario di Maria Plain, presso Salisburgo. L'impianto della Messa è particolarmente imponente, anche per la tonalità in do maggiore e per i timbri marziali di ottoni e timpani. Si ravvisano tuttavia anche numerose affinità con le Missae breves, nelle quali a ciascuna parte dell'Ordinarium corrisponde un unico pezzo di musica, senza che il testo venga spezzato in forme chiuse. Ne deriva una relativa contrazione del ruolo dei solisti, cui non toccano arie vere e proprie, a meno che non si consideri tale il lungo assolo del soprano all'Agnus Dei. Molto sviluppata è, peraltro, la scrittura sinfonico-corale della Messa, anche se il contrappunto severo cede spesso il passo a una più semplice condotta omofona. L'opera concilia così andamenti di popolare immediatezza con atmosfere particolarmente raffinate.

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