Città di Vicenza

13/10/2004

Nerina Noro in mostra agli zavatteri

Vernice sabato 16 ottobre alle 18 in Sala Stucchi

UNA PROTAGONISTA DELL'ARTE VICENTINA DEL '900:
LE OPERE PITTORICHE E GRAFICHE DI NERINA NORO ALLA GALLERIA DEGLI ZAVATTERI
Vernice sabato 16, alle 18, in Sala Stucchi

Da domenica 17 ottobre a domenica 16 gennaio, il Salone degli Zavatteri, al piano terreno della Basilica Palladiana di Vicenza, ospita la mostra "Nerina Noro (1908-2002) - Il volto e la maschera. Una protagonista dell'arte vicentina del '900". La rassegna, organizzata dall'Assessorato alle Attività Culturali del Comune e curata da Giuliano Menato, presenta un ricco apparato di opere di pittura e grafica dell'artista vicentina. L'inaugurazione ufficiale avverrà sabato 16, alle 18, nella Sala degli Stucchi di Palazzo Trissino.
La mostra sarà aperta, a ingresso libero, dal martedì alla domenica, dalle 10.30 alle 13 e dalle 15 alle 19. Sponsor tecnico della rassegna è Epoca Insurance Broker di Bologna. Informazioni ai numeri 0444-222114 e 321354; e-mail: uffmostre@comune.vicenza.it

Nerina Noro è tra le maggiori protagoniste dell'arte vicentina del '900. Nata il 21 marzo 1908 a San Gallo in Svizzera, si trasferisce ben presto con la famiglia a Vicenza, iniziando la propria educazione artistica sotto la guida del padre pittore e perfezionandosi poi all'Accademia di Belle Arti di Venezia con Virgilio Guidi e Bruno Saetti. Fin da giovane partecipa a importanti mostre d'arte nazionali (Bevilacqua La Masa 1936, Quadriennale di Napoli 1937, Biennale di Venezia 1938). Il suo talento trova definitiva affermazione negli anni Quaranta, quando l'autrice si dedica in particolare al ritratto dal vero. Dopo un difficile periodo della vita privata, durante il quale si butta a capofitto nel lavoro e nell'insegnamento, la Noro abbandona il disegno di impostazione classica - siamo intanto negli anni Cinquanta - per un tratto più asciutto. Il colore, nel frattempo, si fa da un lato più assorbente, dall'altro esplora registri inconsueti. Solo nella seconda metà degli anni Sessanta si farà strada l'astrattismo, seguito, nel decennio successivo, da una spazialità definita soltanto attraverso il colore. La Noro riprenderà poi il figurativo, ma con canoni diversi da quelli del primo periodo. Autrice di racconti, poetessa in lingua italiana e dialettale (le sue raccolte di versi sono state riunite nel 1994 in un unico volume, Polvare de ala, curato da Giorgio Faggin ed edito da Neri Pozza), Nerina Noro ha dialogato con i personaggi più rappresentativi della nostra cultura artistica e letteraria, privilegiando quelli più scomodi e singolari, come Goffredo Parise o Neri Pozza. In tutta la sua opera, Vicenza è una presenza ricorrente, sia nei personaggi dipinti che nei versi delle poesie. Una Vicenza assai lontana dalle immagini da cartolina, fatte di palazzi patrizi e di vedute luminose. L'artista predilige la città dei rioni popolari e degradati, abitati da un'umanità semplice che percorre i bassifondi e frequenta le osterie. Più difficilmente incastonabile entro schemi precisi la produzione grafica, il cui inizio è databile agli anni Quaranta. In questo campo - più ancora che in quello della pittura - la sua cifra stilistica sfugge a classificazioni o riferimenti a scuole e movimenti, per quanto la sua produzione in questo settore non debba essere affatto intesa come meramente complementare a quella pittorica. "Essa si colloca sin dall'inizio", afferma Resy Amaglio che sull'opera grafica della Noro ha scritto un saggio per il catalogo della mostra, "sopra un piano completamente autonomo, sia per la precisa aderenza alle tecniche del mezzo, sia per le motivazioni che determinano e animano questa scelta espressiva. Nerina Noro trova qui il modo più idoneo per svelare ciò che la pittura non dice, attraverso il più antico linguaggio, dove domina il segno, assoluto, che si riappropria così dell'essenzialità di codice primo della comunicazione".

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