Città di Vicenza

23/03/2017

Oltre 62 tonnellate di alimenti recuperati nel Vicentino, di cui ben 23 in città

Cresce il progetto Rebus contro lo spreco alimentare e per la ridistribuzione alle persone in difficoltà

Da sinistra: Cestaro, Sala, Barichello

Oltre 62 tonnellate di merce recuperate e distribuite nel solo 2016 nel territorio provinciale, di cui ben 23 a Vicenza; 160 tonnellate di frutta e verdura che giungono dalle produzioni agricole in eccedenza grazie a una specifica convenzione con la Prefettura; 6456 famiglie aiutate di cui 2260 in città; 80 associazioni coinvolte.

E' di grande significato e valore sociale, ambientale ed economico, il bilancio del progetto Rebus che prevede il recupero di eccedenze alimentari per scopi solidali.

Stamattina al supermercato Famila di Parco Città, punto vendita del gruppo Unicomm, partner donatore tra i più attivi e generosi, l'assessore alla comunità e alle famiglie Isabella Sala, il presidente di Unicomm srl Mario Cestaro e il presidente della cooperativa Verlata Lavoro che gestisce il progetto, Giuseppe Barichello hanno fatto il punto sull'iniziativa, in occasione di una delle raccolte quotidiane delle merci donate dalla grande distribuzione.

Le merci, in particolare frutta e verdura e prodotti freschi, vengono infatti periodicamente consegnate alla cooperativa direttamente al magazzino del supermercato, seguendo una procedura standardizzata che consente di attivare la distribuzione prima della scadenza. Ciò permette di rispondere in modo puntuale ai bisogni delle persone che accedono al sostegno alimentare e possono così ampliare e variare la propria alimentazione, evitando in parallelo la produzione di rifiuti dannosi per l'ambiente e costosi in termini di smaltimento.

 

La storia del progetto Rebus

Del resto è dal 2012 che Vicenza, tramite il progetto Rebus, ha anticipato quanto recentemente promosso dalla legge “antispreco” (166/2016 “Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”) che ha dato nuovo impulso a questo tipo di iniziative.

Il progetto di recupero delle eccedenze alimentari, com'è noto, è promosso e coordinato dalle ACLI provinciali di Verona e coinvolge, oltre a Vicenza, anche Verona, Mantova, Bergamo, Belluno, Ancona, Padova.

L'iniziativa si situa nell'ambito della responsabilità sociale di impresa, consentendo agli aderenti di aiutare l'ambiente con la riduzione degli scarti, di recuperare l'IVA di quanto donato, di dedurre le donazioni fino a 70 mila euro l'anno, di essere certi del rispetto della normativa e della filiera. Il Comune di Vicenza ha inoltre di recente modificato il regolamento comunale sulla TARI, con il recepimento della possibilità prevista dalla legge “antispreco” di introdurre una riduzione tariffaria per le utenze non domestiche in cambio della cessione gratuita di beni alimentari da destinare alle persone indigenti. Serve ora convocare un tavolo tecnico per stabilire le modalità con cui il beneficio possa essere applicato.

Dal novembre 2014, dunque, è stata creata l'associazione "Basta sprechi vicentina onlus", con l'obiettivo di fare rete tra le realtà impegnate a vario titolo nel progetto Rebus, che vede il coinvolgimento, oltre che della cooperativa Verlata Lavoro, anche della Caritas Diocesana, dell'associazione Mezzanino, della cooperativa Cosep e del consorzio Prisma.

Le circa 80 associazioni che fanno parte di "Basta sprechi vicentina onlus" distribuiscono i beni alle famiglie che si rivolgono direttamente a loro e che sono conosciute dai servizi sociali del Comune.

 

Il caso Unicomm e gli altri donatori

Sul fronte dei donatori, il primo convinto partner del progetto è stato Unicomm. L'azienda presieduta da Mario Cestaro nel tempo ha via via esteso l'adesione a tutti e 5 i punti vendita presenti in città e a 5 della provincia.

In questi anni hanno inoltre via via aderito a Rebus anche altri produttori e distributori di beni alimentari, tra cui Despar, Coop Marostica, Centrale del latte, Latterie Vicentine, Alpilatte, Fonti Lissa di Posina, Forno Micheletto e Morato Pane.

Ciò ha consentito, come si diceva, di passare dai 29.204 chilogrammi raccolti in provincia di Vicenza nel 2014, ai 36.400 chilogrammi nel 2015 (anno in cui è stata sottoscritta la convenzione con Unicomm), fino a raggiungere a fine 2016 i 62.000 chilogrammi.

Nel dettaglio, attualmente a Vicenza per Unicomm aderiscono all'iniziativa i punti vendita Emisfero di Vicenza, Super A&O di Sant’Agostino e di San Pio X, Famila di Parco Città e Super A&O di Laghetto.

Nel 2016 il gruppo ha donato nella sola città 12 tonnellate di merce per un valore (prezzo di vendita) pari a 44.430 euro, mentre nei primi due mesi del 2017 le donazioni ammontano già a 5.124 chilogrammi pari a un valore di 22.139 euro.

È evidente come la copertura totale dei punti vendita abbia portato ad una crescita molto importante delle merci donate: nei primi due mesi del 2017 Unicomm ha già donato merce per un valore pari alla metà di quanto consegnato alla Verlata nell’intero 2016. La proiezione di quest’anno porta quindi a prevedere di superare abbondantemente i 100.000 euro.
Nel 2016 le categorie merceologiche maggiormente donate da Unicomm in città sono state la “drogheria alimentare” (pasta, sughi, conserve, olio ecc) per un totale di circa 19.731 euro e 4 tonnellate di prodotti, il “fresco” (latticini, uova, salumi, yogurt ecc) per 15.172 euro e 1.709 kg, l’“ortofrutta” per 13.815 euro e 5.589 kg, le “bevande” per 4.008 euro e 2.139 kg, i prodotti per “la cura della persona” (igienico sanitari, igiene personale, prima infanzia ecc) per 3.354 euro e 279 kg.

Inoltre 160 tonnellate di frutta e verdura sono giunte nel 2016 dalle produzioni agricole in eccedenza grazie a una specifica convenzione tra ilo consorzio Prisma e la Prefettura.


Le dichiarazioni

Vicenza - è il commento dell'assessore Isabella Sala - grazie al progetto Rebus e alla cooperativa Verlata, crede da sempre nell'importanza di recuperare le eccedenze con benefici plurimi: per le persone che beneficiano di merce varia, fresca, fondamentale per la dieta pensando in particolare alle famiglie con minori; per l'ambiente, non creando nemmeno il “rifiuto”, ma facendo in modo che, come succedeva una volta, non si sprechi il cibo che è elemento prezioso e oserei dire “sacro”. Siamo molto grati a Unicomm, azienda che ha per prima creduto in questo progetto e che ha continuato ad alimentarlo e svilupparlo con nuovi punti vendita dedicati. Come in tutte le cose, bisogna credere in ciò che si fa per superare ostacoli logistici e amministrativi, ed è fondamentale il ruolo di ognuno, dalla proprietà che sceglie questo atto di generosità e impegno sociale ai collaboratori che agiscono concretamente nei punti vendita. A tutti la gratitudine dei cittadini, nella speranza che altri produttori e distributori aderiscano ad un progetto fondamentale per le famiglie e l'ambiente”.

Il recupero di beni da destinare a fini di solidarietà – aggiunge Giuseppe Barichello, presidente della cooperativa Verlata Lavoro - è una sfida che la nostra cooperativa ha voluto accogliere, mettendosi a disposizione del progetto Rebus per la parte logistica e operativa di raccolta, deposito e smistamento dei beni. Ci rende molto orgogliosi poter presentare ogni anno - e in questa occasione - cifre crescenti, perché sappiamo bene che i numeri significano solidarietà concreta che arriva a chi ha più bisogno. E' certamente un impegno, e per questo auspichiamo che continui a crescere la collaborazione che fin qui molti (donatori, associazionismo e volontariato, pubbliche amministrazioni) hanno garantito: con l'aumento dei beni donati è indispensabile che la rete di consegna ai beneficiari si dimostri all'altezza, andando a costituire di fatto quell'”emporio solidale” che fin dall'inizio era stato immaginato”.

"La collaborazione con Verlata e con l'amministrazione comunale di Vicenza – conclude Mario Cestaro, presidente di Unicomm srl - è un fiore all'occhiello per la nostra azienda: già prima dell'approvazione della legge Gadda nell'estate del 2016, siamo stati tra i precursori all'interno del mondo del commercio nella cessione gratuita delle eccedenze alimentari alle Onlus. La nuova norma ha dato un impulso ulteriore a questa attività di donazione, tanto da portarci quest'anno ad estendere la raccolta alla totalità dei punti vendita in città di Vicenza. L'obiettivo che ci siamo dati è di arrivare presto alla copertura totale anche in provincia. La solidarietà è da sempre al centro del nostro agire, perché la nostra natura è quella di essere un'azienda vicina al territorio e alle sue necessità. Siamo felici di poter donare a chi ha più bisogno, ancor di più in anni di difficoltà e crisi economica per tante famiglie".

 

Lo spreco in Italia (fonte: www.sprecozero.it)

Lo spreco alimentare in Italia vale quasi 16 miliardi annui (dati Waste Watcher), ovvero l’1% del Pil. Ma dove si spreca? Quattro italiani su cinque danno la colpa alla grande distribuzione, invece sarebbe più utile guardarsi intorno in cucina, dotarsi di una piccola lista di acquisti prima di uscire per la spesa e, una volta rincasati, prendersi cura della conservazione ottimale del cibo. Perché è lo spreco alimentare domestico a fare la parte del leone: incide tra il 70 e il 75% dello sperpero annuo di cibo in Italia, ma anche in Europa, e sul pianeta.

Nel Triveneto lo spreco settimanale vale “solo” 6 euro a famiglia, anziché 7 come a livello nazionale (dati Waste Watcher). I cittadini triveneti dimostrano quindi maggiore attenzione al problema: per esempio nelle abitudini di acquisto, compilando una lista della spesa: lo fanno 57 su 100 (contro il 50% a livello nazionale). Frutta, verdura, pane, salumi e formaggi sono alla testa dell’infausta “hit” del cibo buttato. Le cause? Bulimia da acquisto nel 62% dei casi nel Triveneto. Si compra, cioè, più di quello che si riesce a consumare. A livello nazionale invece si acquista troppo “solo” nel 48% dei casi. Sempre nel Triveneto quasi 6 cittadini su 10 (56%) non buttano automaticamente il cibo scaduto ma lo testano e lo consumano comunque, se ritengono sia ancora edibile. Una percentuale leggermente superiore al dato nazionale (50%). E 57 cittadini triveneti su 100 dichiarano di congelare il cibo che non riescono a consumare a breve, dopo l’acquisto.

A tradire, spesso, è la stessa percezione: si tende a sottostimare la quantità di cibo che si getta, talvolta distrattamente. Lo hanno dimostrato i pilot test dei Diari alimentari nelle famiglie, un monitoraggio sullo spreco alimentare domestico realizzato dal DISTAL dell’Università di Bologna: l’annotazione scrupolosa del cibo buttato in famiglia, contro verificata attraverso il controllo rigoroso della pattumiera di casa, attesta che si spreca fino al 50% in più di quanto riteniamo di buttare. Ogni anno l’UE getta 90 milioni di tonnellate di cibo e ogni giorno in Europa si sprecano 720 Kcal di cibo a persona.

Per informazioni

stopspreco@verlata.it

progettisociali@comune.vicenza.it

Si può sostenere l'associazione "Basta Sprechi Vicentina Onlus" (codice fiscale 95123930240) devolvendo in suo favore il 5xmille

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Da sinistra: Cestaro, Sala, Barichello Da sinistra: Cestaro, Sala, Barichello Da sinistra: Cestaro, Sala, Barichello

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