Città di Vicenza

31/05/2016

Basilica palladiana: riapre il salone superiore

Si aggiunge alle già visitabili logge e terrazza superiore. Bulgarini d'Elci: “Per la prima volta l'edificio è interamente visitabile: dimostrerà un'attrattività naturale a prescindere dalle mostre"

Riapre al pubblico domani, mercoledì 1 giugno, il suggestivo salone superiore della Basilica palladiana. Un'imperdibile occasione per conoscere la sua storia, a partire da quando era sede delle magistrature pubbliche, nel Quattrocento, ma anche per visitare la Basilica per la prima volta in tutti i suoi spazi, dalle logge alla terrazza, al salone, appunto.

La bellezza del salone abbaglia anche chi la Basilica la conosceva, ma da 10 anni non poteva apprezzarne la maestosità perchè non era possibile frequentarlo libero – sottolinea il vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d'Elci, che questa mattina vi si è recato in sopralluogo -. La prima cosa che balza agli occhi è infatti la luce che lo inonda, ora che finalmente i finestroni sono aperti, ma anche la sensazione di trasparenza che deriva dalle serliane, aprendo a prospettive inedite sui palazzi circostanti. Da domani dunque riconsegniamo alla città e ai visitatori, nazionali e non, uno spazio eccezionale, con i suoi 1144 metri quadrati di superficie e un'altezza di 24 metri. Un volume dalle potenzialità straordinarie, sia come spazio monumentale, da visitare, ma anche per ospitare eventi, sia privati, che serviranno a finanziare le casse comunali della cultura, e per i quali abbiamo già diverse manifestazioni d'interesse, sia pubblici, come mostre e altri progetti su cui stiamo lavorando”.

La scommessa ora è che il salone vada a rinforzare l'attrattività naturale di questo edificio – aggiunge Bulgarini d'Elci -: dimostrare cioè quanto la Basilica sia capace di attrarre pubblici a prescindere dalla sua funzione di contenitore di mostre, senza nulla togliere a quelle recenti, che son servite a far riscoprire Vicenza. E i risultati li stiamo già osservando: ad aprile, ad esempio, il circuito museale ha fatto meglio dell'aprile 2015, più 15%, pur senza la Pasqua e la mostra sui Notturni. E maggio, nonostante non sia stato fortunato dal punto di vista meteorologico, ha superato i 100 mila euro di incasso, attestandosi solo leggermente sotto all'incasso di maggio 2015, quando però si spinse molto sull'ultimo mese della grande mostra in Basilica. Sono poi già 15 mila i titoli di accesso alla Basilica palladiana staccati dalla riapertura del 22 aprile, di cui quasi 3 mila sono abbonamenti (furono 900 l'anno scorso, in tutta la stagione), e 12 mila i biglietti, questi ultimi con una leggera prevalenza acquistati da non residenti, cioè da fuori provincia”.

Il 2016 sarà dunque l'anno del ritorno strategico degli investimenti su quelli che chiamiamo 'attrattori stabili' – conclude il vicesindaco e assessore alla crescita -, vale a dire i musei, tra i quali palazzo Chiericati, che a settembre riaprirà con l'ala novecentesca e ospiterà la mostra sulla Grande Guerra, il Teatro Olimpico e la Basilica palladiana, che per la prima volta nella sua storia recente, almeno quella degli ultimi 70 anni, è interamente visitabile”.

Completato quindi lo smontaggio dell'allestimento che fin dalla riapertura del monumento, nel 2012, dopo cinque anni di complessi restauri, aveva impedito la visione unitaria del grande spazio vuoto sovrastato dalla carena rovesciata, fino a domenica 5 giugno, il salone sarà visitabile negli stessi orari e con lo stesso biglietto d'ingresso previsto per l'accesso alle logge e alla terrazza superiore.

La settimana successiva, dal 6 al 9 giugno, il salone resterà invece chiuso per l'allestimento dell'evento Open Design Italia - dal 2010 manifestazione sul design di piccola serie, che seleziona designer, artigiani, stilisti e maker internazionali sulla moda e accessorio, il product design e l'arredo - promosso da Cna Vicenza, aperto gratuitamente al pubblico venerdì 10 giugno dalle 13 alle 17, sabato 11 e domenica 12 giugno dalle 10 alle 19.

Successivamente, a partire da martedì 14 giugno, il salone tornerà ad essere visitabile (salvo eventi) in concomitanza con l'apertura delle logge e della terrazza superiore, dove è allestito un servizio bar.

Orari di apertura e costo dei biglietti di ingresso alla Basilica palladiana, che comprendono anche la possibilità di abbonamento stagionale, sono pubblicati alla pagina http://www.comune.vicenza.it/uffici/dipserv/cultur/cultura/basilicapalladiana/index.php.

 

Breve storia del salone della Basilica palladiana

Gli antichi palazzi comunali di Vicenza, situati nell’area delimitata oggi dalle logge palladiane, sono testimoniati fin dalla seconda metà del Duecento. Verso l’odierna piazzetta Palladio e fino all’archivolto che conduce a piazza delle Erbe, si trovava il “Palatium vetus”, prima sede del Comune e sede delle magistrature, mentre nel settore orientale si trovava il “Palatium Communis”, con il Salone dei Quattrocento. Infine, nell’area dell’odierno palazzo comunale, si trovava il Palazzo del Podestà, affiancato dalla Torre Bissara.

Una lunga serie di incendi e danneggiamenti, dovute alle vicissitudini storiche della città, causarono gravi danni agli antichi palazzi comunali e, intorno al 1450, iniziò la loro ricostruzione. Si decise quindi di sfruttare le murature inferiori dei palazzi duecenteschi e di costruirvi sopra il grande salone, coperto dal maestoso soffitto a carena di nave rovesciata, all’epoca realizzato in legno rivestito di piombo.

La paternità del nuovo Palazzo della Ragione, così denominato per le magistrature che vi erano insediate, è attribuita a Domenico da Venezia, all’epoca ingegnere del comune che, per la copertura a carena del salone, si ispirò a quella trecentesca del Palazzo della Ragione di Padova.

Il salone, che misura 52 per 22 metri e 24 d’altezza, è illuminato da finestroni ogivali esternamente rivestiti in pietra, oggi visibili dal secondo ordine delle logge palladiane. La fascia sommitale, cui corrispondono gli oculi ben visibili oggi dalla terrazza, è rivestita da un paramento bicromo, in marmo gialletto e rosato di Verona.

Tra il 1481 e il 1494 Tommaso Formenton, architetto del Comune, cinse il Palazzo della Ragione con un doppio ordine di logge, che però crollarono appena due anni dopo la conclusione dei lavori, a causa della struttura troppo debole per sopperire alle spinte esercitate dalla carena in piombo.

Demolite le logge Formenton, il Comune interpella i maggiori architetti dell’epoca per provvedere alla ricostruzione, dando il via ad una diatriba che si prolunga per quasi cinquant’anni. Sui progetti di Antonio Rizzo (1496), Giorgio Spavento (1498), Jacopo Sansovino (1538), Sebastiano Serlio (1538), Michele Sanmicheli (1541) e Giulio Romano (1542), vince il progetto di Andrea Palladio (1546), sostenuto dal suo mentore Giangiorgio Trissino e dai nobili Girolamo Chiericati e Gianalvise Valmarana, che poi gli commissionano i progetti per le loro residenze di famiglia, gli odierni Palazzo Chiericati e Palazzo Valmarana Braga.

Dati i vincoli di altezza e di irregolarità delle forme, nel suo progetto, Palladio sfrutta la reiterazione della serliana, un arco a luce costante intervallato da intercolunni di larghezze diverse: una soluzione elastica e armoniosa che si raccorda facilmente con le aperture e i percorsi già esistenti.

All’interno del Palazzo della Ragione si svolgevano i Consigli cittadini, si amministrava la giustizia, si ospitavano i rappresentati del potere locale e, al piano terreno, si affollavano botteghe artigiane. Per questi motivi lo stesso Palladio diede all’edificio il nome di Basilica che, in senso classico, era il luogo in cui si tenevano riunioni pubbliche e si amministrava la giustizia.

Nell’ottocento il palazzo versava in condizioni di degrado a causa delle devastazioni operate dalle truppe francesi e austriache, quindi il soffitto a carena del salone fu sistemato da Bartolomeo Malacarne tra il 1823 e il 1832, sostituendo il piombo con il rame.

Il soffitto fu poi incendiato durante i bombardamenti del 1945. Fu sostituito nel 1947, utilizzando legno e cemento armato. Dopo il recente restauro si è tornati ad una soluzione più leggera in legno lamellare e rame.

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