Città di Vicenza

26/11/2015

Emergenza PFAS, i Comuni vicentini scrivono ad Arpav e Ministero dell’Ambiente

“Controllare il danno ambientale prodotto dal rilascio di sostanze perfluoroalchiliche e prevenire ulteriori pericoli per ambiente e salute”

Gli amministratori dei territori alle prese con l’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche si fanno parte attiva per controllare e gestire il danno ambientale legato al rilascio di PFAS: obiettivo, prevenire ulteriori pregiudizi ambientali ed effetti nocivi per la salute umana e nuovi deterioramenti a servizi essenziali quali l’approvvigionamento idro-potabile. A questo scopo, i sindaci hanno sottoscritto il testo di due importanti lettere, indirizzate rispettivamente al Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, e all’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente del Veneto (ARPAV). A firmare le note i Comuni di Vicenza, Altavilla Vicentina, Creazzo, Monteviale, Noventa Vicentina, Sossano, Sovizzo e il consiglio di Bacino “Bacchiglione”. I contenuti sono stati presentati questa mattina alla presenza dei rappresentanti dei diversi enti e del presidente di Acque Vicentine Angelo Guzzo.

«Abbiamo deciso di mettere in campo un’azione forte e decisa per chiedere che ci vengano forniti con la massima trasparenza tutti i dati disponibili e per sollecitare le azioni di prevenzione e ripristino necessarie - ha sottolineato l’assessore alla progettazione e sostenibilità urbana del Comune di Vicenza Antonio Dalla Pozza, a nome degli amministratori presenti – Come Comuni ci siamo subito attivati per fronteggiare questa emergenza: da un lato, i gestori hanno attuato interventi puntuali che hanno permesso di garantire valori dell’acqua distribuita sempre a norma, senza quindi alcun problema per la potabilità; dall’altro, sono state emesse ordinanze sull’utilizzo dei pozzi privati e sulla necessità di analisi periodiche. Tutto questo ha però un costo per i singoli e la collettività: senza fare inutili allarmismi, vogliamo che Arpav e Ministero ci diano strumenti e risposte per fornire chiare garanzie ai nostri cittadini per il presente e per il futuro».

La forte presa di posizione dei sindaci si affianca alle iniziative già avviate dai gestori del servizio idrico integrato Acque Vicentine e Centro Veneto Servizi: in particolare, un’azione congiunta nei confronti dei soggetti inquinatori, in applicazione del principio “chi inquina paga”, per ottenere il risarcimento dei danni, ovvero le somme spese dai gestori per far fronte all’emergenza e all’approvvigionamento di acqua di buona qualità ai cittadini. Sindaci e gestori del servizio idrico integrato insomma fanno squadra, affiancati nella loro azione anche dal Consiglio di Bacino ATO Bacchiglione, nella convinzione che un’azione coordinata sia più efficace per raggiungere l’obiettivo.

 

Cosa chiedono i Comuni al Ministero

Per evitare ulteriori rischi alla salute e all’ambiente, i Comuni sollecitano al Ministero azioni che permettano di incidere concretamente sulla rimozione della fonte contaminante. Il Ministero dell’Ambiente, infatti, ha poteri molto precisi in presenza di un danno ambientale accertato: può ordinare all'operatore responsabile del danno di adottare tutte le misure di ripristino necessarie o, se il responsabile non viene individuato, provvedere direttamente a tali misure. L’adozione di misure di prevenzione, unitamente a quelle di ripristino, rappresenta un atto dovuto e non derogabile. I Sindaci chiedono quindi al Ministero di agire entro 10 giorni dal ricevimento della comunicazione.

Inoltre, al Ministero i Sindaci chiedono di chiarire se i valori soglia determinati dall’Istituto superiore della sanità per la concentrazione di sostanze perfluoro alchiliche nelle acque destinate al consumo umano e nelle altre matrici ambientali debbano essere assunti a parametro normativo di riferimento per l’avvio delle procedure di bonifica.

 

Cosa chiedono i Comuni all’ARPAV

All’Arpav invece i Sindaci chiedono di fare chiarezza sull’inquinamento da PFAS e le sue cause, anche per poter valutare i presupposti di eventuali ulteriori iniziative a tutela della salute e dell’ambiente.

La richiesta è quindi di comunicare quali siano le concentrazioni di PFAS  nei terreni, nelle acque sotterranee e nelle acque superficiali dei territori comunali e di definire il perimetro complessivo del fenomeno di deterioramento ambientale. Inoltre, i Comuni chiedono ad Arpav di stabilire se esista effettivamente un nesso causale tra il rilascio di tali sostanze nell’ambiente e l’attività della società Miteni Spa.

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