Città di Vicenza

03/09/2015

Pari opportunità, consigliere Dal Maso: "Il consiglio regionale tuteli i diritti"

"Invece di diffondere falsità su fantomatiche 'teorie gender' che non fanno parte della riforma"

Everardo Dal Maso, consigliere comunale delegato alle pari opportunità, commenta così la mozione del consigliere Sergio Berlato denominata “anti-gender”, approvata a larga maggioranza dal consiglio regionale del Veneto: “Risulta incomprensibile che il consiglio regionale si occupi di cosa si debba o non si debba insegnare nelle scuole. E' infatti compito delle istituzioni scolastiche, nella loro piena autonomia (collegi dei docenti, consigli di istituto), valutare i contenuti dei programmi, in particolar modo in relazione a temi delicati quali l'educazione alla sessualità e all'affettività. In ogni caso a Vicenza non risulta che siano state introdotte fantomatiche "teorie del gender" nelle scuole, teorie che appaiono invece il frutto di allarmismi diffusi da movimenti ideologici. Da mesi alcune forze politiche parlano con sempre più insistenza di questa (inesistente) teoria gender in termini apocalittici e del tutto mistificatòri, minando così il grande lavoro portato avanti riguardo alle tematiche di pari opportunità, uguaglianza e lotta alla violenza di genere. Infatti il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità, promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni. In sostanza vengono sventolati spauracchi che nessuno ha mai proposto o vuole proporre, quali masturbazioni infantili o travestitismi, per bloccare un sistema educativo che è incentrato sull’uguaglianza dei diritti tra uomo e donna e reali pari opportunità. Uguaglianza che deve essere di conseguenza estesa a tutti i soggetti, a prescindere dal loro sesso. Mi auguro quindi che la Regione Veneto non abbandoni quell'azione tesa a contrastare le discriminazioni e le violenze, nei confronti delle donne ma non solo, che hanno portato all'approvazione della legge del 2013, che prevede 'l’educazione alla pari dignità delle persone', oltre al sostegno ai centri anti-violenza. Non vorrei infatti che dietro a questa mozione antigender si nascondessero volontà diverse, tese ad impedire che si proceda a rimuovere ogni ostacolo alla pari dignità: pari dignità nel mondo del lavoro, della politica, delle professioni, dei diritti civili, a partire dalle norme che regolano la civile convivenza”.

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