Città di Vicenza

13/08/2014

Nord dell'Iraq, Variati: “Vicenza condanna gli eccidi del Califfato”

E annuncia il sostegno del Centro culturale islamico

A nome dell'amministrazione dichiaro che la città di Vicenza non è indifferente all'immane tragedia che sta travolgendo le popolazioni del nord dell'Iraq, dove il fondamentalismo religioso sta facendo precipitare interi territori nel Medioevo più buio delle guerre sante e della caccia agli infedeli. Una tragedia in cui le vittime non sono soli i cristiani e gli yazidi, ma anche i musulmani moderati. E gli aguzzini non sono tanto integralisti religiosi, ma delinquenti incivili che sostengono di agire nel nome di un Dio che mai tollererebbe un tale scempio”.
Il sindaco Achille Variati usa parole durissime, a nome della città, per definire la catastrofe immane che ha colpito l'Iraq e annuncia: “Interpellato da me, anche il presidente del Centro culturale islamico di via Vecchia Ferriera, Riyad Krika, condanna quanto sta avvenendo. Considero un fatto importante che anche questa voce si sia levata insieme a tante altre contro quegli orrori. La nostra è una realtà multiculturale dove tutti riconoscono il diritto di aderire alle diverse religioni, nel rispetto delle regole comuni. Senza aver paura di “un'invasione musulmana dell'Europa”, perché sarebbe un grave errore rispondere all'altrui intolleranza con l'intolleranza”.

Ieri – ha aggiunto il sindaco – ho contattato il professor Alessandro Frigiola che a Duhok, nel Kurdistan, avrebbe dovuto operare al cuore una cinquantina di bimbi cardiopatici. Mi ha detto che quelle operazioni sono sospese perché l'ospedale deve accogliere i profughi in fuga. E alcuni di quei bambini malati rischiano di morire, come moriranno moltissimi vecchi e bambini, vittime innocenti di un territorio in cui le armi, troppe armi, stanno dettando legge”.
La comunità cittadina – è la conclusione del sindaco - si appella al Governo perché si impegni nel contenimento della produzione di armi che, una volta costruite, per loro natura passano da una mano all'altra, fino a quelle peggiori. Crisi come questa sono conseguenze di anni di politiche internazionali sbagliate. Solo un' ONU più forte avrebbe forse potuto intervenire a nome dell'umanità per depotenziare una polveriera pericolosissima, generata da un Califfato religioso fondato sul terrore”.

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