Città di Vicenza

12/06/2014

“Nella pancia della balena”, a Campo Marzo il 13 giugno racconto del viaggio dei migranti

Attori e pubblico su un autobus

Foto di Chiara Ferronato

Dodici attori e trenta spettatori su un autobus, in viaggio per il Paese dei Balocchi: questa l’originale formula individuata dal Laboratorio Teatro Interculturale EDA del CTP Vicenza Ovest per il progetto “Nella pancia della balena”. Nata da un’idea di Rosella Pizzolato e sviluppata con la collaborazione artistica di Carlo Presotto, la rappresentazione andrà in scena venerdì 13 giugno, alle 20 e alle 21.30 in viale Dalmazia a Campo Marzo nell'ambito di “Asettando la festa dei popoli” (sarà preceduta da un aperitivo multietnico con musica dal vivo). La performance verrà replicata poi, con gli stessi orari, venerdì 18 luglio, sempre a Campo Marzo, sabato 13 settembre in piazza Matteotti, venerdì 19 settembre in piazza Castello ed, eccezionalmente su un bus virtuale nell’ambito del Convegno sui Rifugiati, lunedì 16 giugno nei Chiostri di Santa Corona (ore 18).
Il progetto, patrocinato dal Comune di Vicenza, è stato realizzato in collaborazione con Unione Immigrati di Vicenza, La Piccionaia – I Carrara Teatri Stabile di Innovazione, AIM mobilità, Oltrefrontiere Lab.
Nella pancia della balena” è un’esperienza teatrale che trasformerà spettatori e attori nei passeggeri di un autobus urbano. Il mezzo rimarrà parcheggiato, ma sarà capace di condurre i partecipanti in un viaggio intenso, tra memorie, desideri e paure che nasceranno in modo imprevisto sotto forma di racconti e di azioni sceniche,in un teatro di prossimità emozionante e coinvolgente.
Il progetto nasce da una particolare rilettura di “Pinocchio” di Carlo Collodi. Dal testo originale è stato estratto il tema del viaggio, rappresentato dalla partenza per il Paese dei Balocchi: metafora del momento di passaggio tra la perdita di un’identità (nel paese d’origine, nell’adolescenza, in un contesto familiare, sociale o ambientale) e la costruzione di un’identità nuova (emigrazione, ingresso nel mondo del lavoro, matrimonio, cambiamento di abitudini, di lavoro e di ritmi di vita).
La pancia della balena è il luogo in cui Pinocchio si trova a dover fare i conti con il proprio passato, a rielaborarlo e a trarne gli elementi per costruire un nuovo futuro, per assumere una nuova identità. Lo ha condotto lì l’aver ceduto al fascino del Paese dei Balocchi, lasciandosi convincere da Lucignolo a lasciare la casa della fata Turchina per seguire le lusinghe di un sogno rivelatosi poi diverso dalle aspettative. E così Pinocchio ha incontrato la durezza della delusione, trasformandosi tanto da non riuscire più a riconoscersi, trovandosi emarginato, rifiutato, finché la balena lo ha inghiottito.
L’esperienza della migrazione porta con sé in modo più o meno drammatico la necessità di fare i conti con la propria identità culturale, di costruire un nuovo equilibrio tra ciò che si è nati e ciò che si diventerà. Può essere il caso di uno studente Erasmus, che da europeo ridisegna la propria vita in un panorama più ampio, nella pancia confortevole di un’aula di studio. Ma anche di chi sfugge alla guerra, affrontando un’odissea di privazioni che dall’Africa subsahariana attraverso il deserto porta a solcare il mare nella pancia di un peschereccio.
Ecco allora che la pancia della balena può essere la sala d’aspetto di un aeroporto, la tenda di un centro di accoglienza o, appunto, un autobus.
L’idea – spiega Rosella Pizzolato, anche coordinatrice del progetto - è che l’autobus urbano, oltre ad uno strumento di mobilità, sia anche un luogo dove di fatto si sperimentano quotidianamente gesti e pratiche di convivenza civile, dove si incontrano differenti storie personali. Un vero e proprio spazio pubblico, per quanto concentrato”.
Il Gruppo Teatro Laboratorio Interculturale dell’Eda, nato in seno alla scuola di italiano per stranieri del CTP Vicenza Ovest, rappresenta dal 2001 un’esperienza originale che unisce l’obiettivo formativo di rinforzo linguistico con quello artistico e culturale dell’approfondimento di temi legati all’interazione tra culture diverse. Il gruppo ha al suo attivo una serie di produzioni performative - gli studi su “La Tempesta”, “Romeo e Giulietta” e “Amleto di Shakespeare”, il lavoro autobiografico “Valigie” e quello sul poemetto “Italy” di Giovanni Pascoli - tutti realizzati in collaborazione con enti pubblici e privati cittadini e presentati in diverse occasioni di incontri interculturali in Italia.
L’ingresso è gratuito; la partecipazione è a numero chiuso, si raccomanda la prenotazione scrivendo a info@oltrefrontierelab.com.

 

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Foto di Chiara Ferronato Foto di Chiara Ferronato

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