Città di Vicenza

28/11/2014

Oasi di Casale, Dalla Pozza: “Le indagini non evidenziano problemi di inquinamento"

"Non si procederà con ulteriori verifiche deleterie per l'equilibrio di flora e fauna”

"Indagini suppletive possono trovare origine e motivazione da eventuali nuove evidenze ed informazioni emerse successivamente allo svolgimento delle indagini analitiche, recepite anche in una nota inviata dall'Ulss 6 del 1997 in risposta ad una richiesta del Comune di Vicenza, evidenze ed informazioni che tuttavia non risultano agli atti documentali dell'Ufficio".

Questa la nota trasmessa il 6 ottobre scorso da Arpav al Settore ambiente del Comune di Vicenza, in risposta alla richiesta dell'8 luglio da parte dell'amministrazione comunale, e puntualmente fatta pervenire ai consiglieri comunali Liliana Zaltron, Lucio Zoppello e Dino Nani.

Le numerose indagini sul sito dell'Oasi degli stagni di Casale “Alberto Carta” non hanno fatto emergere evidenze oggettive di problematiche legate all'inquinamento o alla contaminazione dei terreni e delle acque superficiali e sotterranee, e pertanto - allo stato attuale - l'Amministrazione non ritiene di procedere con un'ulteriore analisi approfondita, in forma di piano di caratterizzazione, che si tradurrebbe in indagini particolarmente invasive e deleterie, che finirebbero per devastare l'equilibrio naturale dell'Oasi a fronte di nessuna evidenza di inquinamento”.

Così l'assessore alla progettazione e sostenibilità Urbana Antonio Dalla Pozza commenta le recenti notizie di stampa sull'ipotesi di inquinamento dell'Oasi di Casale, denunciata da un residente, più volte ascoltato personalmente anche dall'assessore e dai tecnici comunali, che asserisce di aver assistito alcune decine di anni fa ad un presunto occultamento di rifiuti.

Arpav ha preso in considerazione la nota del dirigente vicario del servizio di igiene e sanità pubblica dell'Ulss 6, risalente al 1997, che descrive l'indagine svolta su richiesta del Comune, compresi numerosi scavi effettuati a quel tempo alla presenza di una rappresentanza del Comitato, che in occasione della campagna di scavi individuò il sito da sottoporre alla ricerca dei rifiuti inquinanti.

L'ipotesi di un possibile inquinamento dell'Oasi di Casale risale infatti al 1981 quando il Comitato per la difesa del territorio di Casale sospettava che l'area non fosse mai stata bonificata.

Recentemente il tema è tornato ad essere d'attualità a seguito delle richieste di chiarimento dei consiglieri comunali Liliana Zaltron, Lucio Zoppello e Dino Nani oltre che dell'interrogazione parlamentare del senatore Enrico Cappelletti.

I consiglieri comunali Zaltron, Zoppello e Nani hanno ricevuto, in data 3 novembre, dettagliati chiarimenti come da loro richiesta, attraverso l'invio di documenti a cura dell'assessorato alla progettazione e sostenibilità urbana – spiega Dalla Pozza -, e quindi il senatore Cappelletti risulta evidentemente non essere stato adeguatamente informato dai rappresentanti locali del suo movimento politico. Come precisato da Arpav, nel caso in cui vi fossero nuove evidenze e informazioni - oltre a quelle già esistenti - potrebbero essere previste nuove indagini, che sicuramente comprometterebbero comunque, forse per sempre, il delicato equilibrio naturale dell'Oasi. Qualora qualcuno avesse nuove notizie o reali testimonianze di reati commessi potrà farne denuncia alla Procura o ad Arpav stessa, ed ovviamente troverà il Comune parte attenta nella tutela della salute dei cittadini, come testimoniato appunto dalle numerose volte in cui l'amministrazione si è occupata del sito”.

 

ATTENZIONE: La notizia si riferisce alla data di pubblicazione indicata in alto. Le informazioni contenute possono pertanto subire variazioni nel tempo, non registrate in questa pagina, ma in comunicazioni successive.